Algarve Cup 2015

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L’Algarve è una regione a sud del Portogallo.
Soleggiata e ventosa, ha il clima mite del Mediterraneo che strizza l’occhiolino al caldo africano mista a quello atlantico.
È una delle mete favorite del popolo dei surfisti che, su quelle spiaggie, trovano le onde ideali sospinte dall’Atlantico vicino che ne condiziona fortemente la variabilità atmosferica.
Spiagge lunghe dalle onde alte che vanno a scemare lentamente, su sabbia consistente e scorci rocciosi grigi e blu, battuti dal vento incessante dell’oceano. A sud, invece, spiagge e rocce arancioni, battute ugualmente dal vento, ma quello africano che ne varia e profuma i colori.
Ed è una meta turistica di cui il Portogallo va fiero.
Comprensibilmente, perché definirlo incantevole è riduttivo.
L’Algarve però è anche scenografia di uno dei tornei di calcio femminile più prestigiosi da quasi vent’anni a oggi, insieme ai Mondiali e alle Olimpiadi. Continue reading

la maglia fucsia del real madrid, la magnolia e la mimosa che stanno fiorendo e altri pensieri di un giovedì soleggiato nell’attesa dell’oroscopo di brezsny

La radio è sintonizzata sulla stessa frequenza ogni mattina.
Ci sono mattine nelle quali presto attenzione e mattine, come oggi, che sono solo voci basse che riempiono il silenzio della campagna: una lenta vibrazione oggi priva di interesse.
Ieri sera si sono giocate due partite della Champions e io ho guardato il Real Madrid, sceso in campo con una maglia fucsia che ha fatto diventare l’hashtag SchalkeReal uno dei cinque top trend del giorno su Twitter. C’è chi ha maledetto il marketing, c’è chi ha ululato che la maglia fucsia è un crimine all’umanità che come tale deve essere perseguito, c’è chi ha espresso il suo diniego con un semplicissimo ma anche no.
Bastava poco, in effetti. Lo Schalke ha la maglia blu e tutto di blu lo facevi scendere in campo così che il Real poteva usare il suo classico bianco: no, bisogna sempre complicare le cose semplici.
Oggi c’è l’Europa League. E io mi sparo due partite delle cinque. Mica per altro, sono in contemporanea tre alle 19 e due alle 21 e devo scegliere, uffa. Continue reading

l’asian cup che non interessa a nessuno e i significati nascosti della geopolitica su un campo di calcio

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non se l’è filata nessuno, eppure è dal 9 gennaio 2015 che ogni mattina avrebbe potuto tenerci compagnia durante la colazione.
la fase finale della coppa d’asia 2015, l’asian cup, si è svolta in australia in totale noncuranza, come se non fosse esistita. certo, in contemporanea c’erano la coppa d’africa che forse aveva più fascino per lo spessore tecnico e tattico evidente e, sempre in australia, c’era l’australian open di tennis, senza contare che in italia le giornate di calciomercato, sportivamente parlando, richiamavano maggiormente l’attenzione dell’italica gente, il che porta l’asian cup a un fanalino di coda più spento che mai.
non se l’è filata nessuno, eppure sepp blatter, lo svizzero presidente megagalattico della FIFA, ultimamente ha asserito che l’australia meriterebbe un mondiale e che quel rigore a germania 2006 era quantomeno dubbio (ottavi di finale tra italia – australia, fallo su grosso al limite dell’area e rigore segnato da totti al’95 dopo aver giocato in dieci per l’espulsione di materazzi).
non se l’è filata nessuno. eppure qualche spunto interessante lo ha avuto. Continue reading

quindi?, chi lo vince questo pallone d’oro 2014?

Pallone-doro

presi dallo stravolgimento delle feste natalizie, del capodanno e, dio del cielo, pure la befana a prolungare questo strazio in un’italia da quarto mondo sempre più alla deriva eticamente e umanamente, la faccenda pallone d’oro 2014 è stata congelata come la temperatura che è arrivata sul bel paese. ma se per un attimo se ne si è dimenticati, suppongo che gazzetta dello sport e affiliati troveranno il modo per fomentare e rimpinguare la notizia e non conosceremo mai così bene lionel messi, cristiano ronaldo e manuel neuer perché ce ne parleranno talmente tanto che saranno come i nostri migliori amici.
e allora, vi aiuto io e ve li racconto a modo mio. cioè con uno dei miei intercalare preferiti “della madonna”. Continue reading

ciò che ricorderemo di questo mondiale brazil2014 – 4/5

presentazione

qui la prima parte dall’1 al 21.
qui la seconda, dal 22 al 31.
qui la terza, dal 32 al 40.
questa è la quarta, dal 41 al 50.

41. la presentazioni dei calciatori che incrociano le braccia nell’elenco delle formazioni all’inizio delle partite

come in fifa2014 worldcup cioè.
il post twitta una piacevole classifica, io ero talmente abituata al gioco sull’ipad che quasi non ci faccio caso.
l’unico che, a mio avviso, manca nell’elenco del post è cristiano ronaldo. talmente preso da se stesso e dal fare il modello che risulta uno sfigato. troppo sfigato dall’essere persino preso in considerazione. Continue reading

ciò che ricorderemo di questo mondiale brazil2014 – 3/5

presentazione

qui la prima parte dall’1 al 21.
qui la seconda, dal 22 al 31.
questa è la terza, dal 32 al 37.

32. james rodriguez e la cavalletta gigante

la colombia ai quarti contro un uruguay (e poteva esserci l’italia, argh!) improponibile. e non era certo per la mancanza del cannibale suarez.
james segna una rete stupenda e
il post su twitter titola: da dove salta fuori james rodriguez?
il fascino dei mondiali. giocatori sconosciuti che diventano eroi in novanta minuti.
nei quarti contro il brasile, i giornali (per scrivere qualcosa) mettono a confronto james e neymar, le due stelle, come se giocassero solo loro. paradossalmente, non vince nessuno dei due, entrambi fuori dal mondiale: il primo a fine partita piange come un bambino abbracciato da david luis e dani alves, il secondo piange sulla barella.
e la cavalletta gigante verde come un prato inglese che vola e si ferma sulla manica destra di james dopo aver segnato il rigore del 2 – 1. gli starà incollata per tutta la corsa fino a centrocampo, prima di volare via. Continue reading