ciò che ricorderemo di questo mondiale brazil2014 – 4/5

presentazione

qui la prima parte dall’1 al 21.
qui la seconda, dal 22 al 31.
qui la terza, dal 32 al 40.
questa è la quarta, dal 41 al 50.

41. la presentazioni dei calciatori che incrociano le braccia nell’elenco delle formazioni all’inizio delle partite

come in fifa2014 worldcup cioè.
il post twitta una piacevole classifica, io ero talmente abituata al gioco sull’ipad che quasi non ci faccio caso.
l’unico che, a mio avviso, manca nell’elenco del post è cristiano ronaldo. talmente preso da se stesso e dal fare il modello che risulta uno sfigato. troppo sfigato dall’essere persino preso in considerazione.

42. profilo twitter del brazuca, il pallone del mondiale 2014

che siano i primi mondiali interattivi ne ho scritto già in un punto precedente. ma che si aprano profili twitter di qualunque cosa, dal brazuca ai fili d’erba dello stadio di salvador alle porte dei cessi del maracanà, questo merita due righe.
la frase di presentazione del pallone è: “io sono il brazuca. il pallone ufficiale del campionato del mondo fifa 2014. twitto in inglese e portoghese. amami o perdimi. oh, e seguimi.”
ha più di 3 milioni di followers e li ringrazia anche in due tweet, uno in inglese e uno in portoghese, alle 15,48 di domenica 6 luglio.
se si dà una personalità a un pallone, potrebbe anche aver twittato una cosa tipo: non ha sbagliato balotelli contro il costa rica, sono stato io che avevo voglia di un caffè al bar.
quando si giocherà la finale cosa twitterà? mi sono fatto bello colorandomi di verde e oro?
(perché naturalmente sapete che anche il brazuca ha una versione speciale per la finale e, va la?, cambia i colori che diventano verde e oro proprio come i colori del brasile)
mi aspetto di scovare davvero il profilo dei cessi del maracanà che twittano dopo la finale: oggi meglio non entrare…

twitter_brazuca

43. le preghiere

ci mancavano solo i balli dei dervisci e gli hare krishna, per il resto le abbiamo viste tutte.
dalle preghiere musulmane ai ringraziamenti al cielo ai segni di croce che nemmeno a una messa celebrata dal papa.
giocatori religiosi? magari anche sì, ma coerentemente.
non bestemmiare neymar, probabilmente dio ha un progetto più grande per te, invece di farti alzare una coppetta scialba come quella del mondo.

44. l’antipatico louis van gaal

se si googola il suo nome e si guardano le immagini, la prima foto dove ride senza essere in posa è alla dodicesima riga. non sorride mai, figuriamoci ridere dopo le vittorie (tranne quelle clamorose). ha sempre quella concentrazione e quella faccia da cazzo alla cruijff.
ma non è arrogante. lo criticano, si arrabbia, insulta i giornalisti, risponde a tono. ed è dannatamente intelligente: i risultati parlano per lui.
la sua olanda cinica e pragmatica dà cinque sberle alla spagna, tre (sottovalutandola e poi svegliandosi per tempo) all’australia, due alla signora squadra cile, due al messico mettendo una formazione talmente ragionata che nemmeno un fisico del CERN e azzecca magistralmente i cambi con klaas huntelaar (il 2 – 1 al messico lo segna lui) e la genialità a trenta secondi dalla fine del secondo tempo supplementare nel far uscire jasper cillessen e far entrare tim krul prima dei rigori con il costa rica.
e poi rimane un signore.
prenderà miliardi al manchester united e guardate cosa sta facendo con l’olanda. poteva fregarsene e invece va a giocarsi la finale di coppa del mondo.
non perfetto, però.
fuori ai rigori contro l’argentina, forse sbaglia qualcosa. forse.

45. holly&benji

intramontabile.
chi non ha mai provato il calcio incrociato di holly hutton e tom becker?
io sì.
e quasi mi spaccavo l’altro piede.
lo si vede più adesso di quando fu trasmesso per la prima volta da italia1.
esempio eterno del gioco del calcio nonostante l’assurdità di qualunque cosa (tantissime e tutte memorabili, ma julian ross che soffre di cuore e gioca lo stesso rischiando di schiattare in campo è il top), appena c’è un evento legato al mondo del pallone, lo si schiaffa dentro come il prezzemolo.
il docmanhattan dal suo blog stila una classifica sui cartoni sul calcio nella quale il nostro è tra i primi della lista, mentre la san pellegrino gli dedica una collezione speciale di sei lattine tra orangesoda e lemonsoda con sopra i personaggi principali.
italia2 e boing mandano in loop gli episodi e ormai lo sa anche mia mamma che “il pallone è il tuo migliore amico”.
quando studiosport titola che il cambio del portiere per un rigore era già stato visto (scemo van gaal che ha copiato e intanto il mondo lo ha chiamato genio) e mandano in onda il filmato di holly&benji nel quale ed warner sostituisce l’ectoplasma titolare della muppets (come d’altronde qualunque portiere del cartone) prima che philiph callaghan della flynet calci il penalty e, una volta entrato, glielo para, be’, in quel preciso istante, ho capito che di holly&benji non me ne sarei mai liberata.
un esempio dell’uso incondizionato del cartone è questo tweet qui sotto.

robertosedinho

io ho quasi tutti i capelli bianchi e holly hutton zampetta come non fosse passato nemmeno un giorno e non ha l’ombra di una ruga, men che meno di un crampo dopo 28 anni che continua a correre.

46. la morte di alfredo di stefano

“marca”, il giornale sportivo spagnolo, ce l’ha questa cosa degli addii.
all’uscita della spagna dal mondiale, titolava drammaticamente “the end” sopra a un andres iniesta a testa bassa che esce sconsolato e solo dal campo.
su uno sfondo bianco, simbolicamente una luce che porta in paradiso, ritaglia un di stefano di schiena in bianco e nero con il n. 9 sulle spalle della casacca del real madrid. l’edizione dell’8 luglio celebra la dipartita di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi.
argentino naturalizzato spagnolo, di stefano faceva parte di quel real madrid che vinse cinque coppe dei campioni di fila.
uomo d’altri tempi era tutto fuorché un personaggio che faceva parlare di sè oltre le sue imprese sportive.
e infatti, solo chi ama il calcio lo ricorda. il web del mondo comune è muto.
sanno chi è george best, ma per questi campioni il silenzio.
quando se fai casino e sei sgudiblo sei leggenda, se sei di sani valori e principi non esisti.
ciao grande campione!

alfredodistefano

47. germania – brasile 7 – 1

le semifinali sono brasile – germania e argentina – olanda.
che si siano giocate milioni di volte e che siano state anche finali è in ogni enciclopedia e pagina web che racconti la storia del mondiale.
di brasile – germania in questo brazil 2014 però, è la prima volta che nella politica ci sono due donne al comando, rispettivamente dilma rousseff e angela merkel. entrambe tifose, entrambe potenti, la dilma spera di poter consegnare la coppa al suo brasile (ed essere rivotata sulla base di un mondiale vinto), l’angela spera di fare come pertini nell’82 per entrare nella storia.
assenti neymar per infortunio e thiago silva per squalifica, l’arbitro è QUEL marco moreno rodriguez reo di non aver visto il morso di suarez su chiellini.
la germania paradossalmente arriva alla semifinale sulle ali dell’entusiasmo.
la frase di gary lineker dopo germania – inghilterra del 1990 che diceva: “il calcio è un gioco semplice: 22 giocatori rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la germania vince.” è diventato un must.
e sebbene queste fossero le premesse e le speranze, nessuno, NESSUNO, avrebbe mai potuto immaginare un epilogo simile.
germania – brasile 7 – 1 è un risultato scioccante.
in 29 minuti la germania ne fa cinque. e il brasile non crede ai propri occhi. e affonda, affonda come, a mio avviso, non meritava.
che il divario tra le due squadre fosse grande poteva essere immaginabile, ma un’uscita così paradossalmente passa dall’essere epica all’essere umiliante.
umiliante per i tedeschi.
al 5-0, il web è intasato. si legge: se hanno stile si fermano.
ma se c’è una cosa che i tedeschi non hanno è lo stile. e per la Storia (proprio quella) che hanno, sfugge loro anche il concetto di rispetto e umanità.
sono la prima che sperava nel maracanazo (da maracanà, stadio della finale del ’50), ma non così.
la germania, come un cecchino, spara ogni volta che si avvicina dalle parti di julio cesar e non si ferma mai. sull’1 – 7 si arrabbia pure per la rete subita.
e a centrocampo, sul 5 – 0 thomas muller entra pericolosamente su david luis. che giustamente reagisce.
gli dice: vinci 5 – 0 ed entri così per far male?
in questo 7 – 1 non vedo una germania forte.
vedo l’arroganza.
vedo l’essere stronzi e irrispettosi (thomas muller di cui sopra).
vedo una squadra che per il comportamento umano che ha avuto in campo, non merita questa coppa del mondo.
la germania è riuscita a vincere clamorosamente e l’effetto che ha ottenuto è stato il contrario. un’antipatia sottile che adesso è pura orticaria.
curiosamente, i giornalisti mediaset sono stati favorevoli al risultato pesante, asserendo che la vera umiliazione sarebbe stato fermarsi (cosa che hanno il dubbio sia stata fatta, io la chiamo tensione che si scioglie e deconcentrazione nel momento in cui hanno capito che il brasile non avrebbe segnato nemmeno facendo fare l’attaccante a neuer lasciando la porta vuota).
e, curiosamente, se la vita di questi giocatori è finita (barbosa dopo cinquant’anni faricava ancora a uscire di casa), si è salvato invece neymar.
che continua a rimanere o’ney.
il telecronista rai riporta la frase incoraggiatoria dei giocatori: saremo 11 neymar.
al 3-0, conclude: operazione non riuscita.
e grave mancanza, a mio inutile parere, del pubblico brasiliano.
e aggravante che sostenessero poi la germania.
fischiare è stato ingiusto. avrebbero dovuto urlare brazil! brazil! anche sul 20 – 0. dimostrare alla germania che si è comunque in brasile e a casa loro e che col cazzo che si tifa per la germania nonostante la batosta. mai per la germania. mai per nessun’altra squadra.
questo avrebbero dovuto fare.
è vero. guadagnano milioni. ma sono umani. avrebbero meritato un applauso anche solo per il sogno e la speranza che hanno fatto vivere a più di 200.000 persone fino a quel momento.
anche se un sogno si è rivelato per il tipo che ha scommesso 20 dollari sul 7 – 1 e ne ha vinti 50.000.

la premessa di argentina – olanda invece è messi vs van gaal. uscito neymar, secondo i media messi ha già vinto, scordandosi che non solo non gioca da solo e, soprattutto, non gioca un campionato parrocchiale.
e l’olanda (gli olandesi popolo invero) spera di azzerare le disfatte passate in un unico mondiale. ha già vendicato la finale di sudafrica 2010 dando cinque sberle alla spagna, in semifinale spera di vendicare la finale di argentina ’78 e, se passasse pure la germania, anche la finale di germania ’74. e allora sì, sarebbe un mondiale trionfale.
e arancione.
ma di arancione, in finale, non si vedrà un bel niente.
una delle partite più soporifere della storia del calcio.
l’eroe non è messi, ma mascherano.
finisce 0-0 e si va ai rigori.
e le copertine se le prende romero che ne para due (sicuri sicuri che siano davvero due? nonostante la goal line technology e tutte le telecamere non si è visto ciò che alcuni spettatori hanno ripreso dagli spalti. e cioè: romero che esulta, vlaar che a testa bassa si allontana, i giocatori dell’olanda che si sbracciano e altri esultano perché il pallone nel rimbalzo a effetto -forse creato dal tocco di spalla però dello stesso vlaar- entra in rete).
argentina in finale.
van gaal aveva detto: aspettate a mandare i bambini a letto.
aspettare…? per… QUESTO?
più che meriti, demeriti.
una semifinale va giocata, va combattuta. sperare nei rigori è totalmente da scemi.

47a. la finale 3° – 4° posto brasile – olanda

perché?
partita da abolire.
non serve a nessuno. invece di andarsene in vacanza o scappare (nel caso del brasile) devono giocare.
lo ripeto.
perché?
sul 2 – 0 di daley blind segnato al 15mo, per un attimo, sono saliti i brividi e si è pensato: alè, un’altra goleada.
e invece il 3 – 0 arriva “solo” nel recupero e l’olanda si porta a casa la bellezza di 18 milioni di euro.
si evince che anche con thiago silva forse ci sarebbe stata la disfatta, ma è anche vero che il brasile è una squadra sfasciata psicologicamente.
ma la domanda è: perché l’olanda non ha giocato così contro l’argentina?

48. gli animali

al polpo paul, per il suo “servizio”, fu riconosciuta e certificata la sua origine italiana (fu pescato intorno all’isola d’elba), conobbe la fama e gli venne fatto un funerale ad hoc e gli fu concessa persino la cremazione. divenne popolare nel 2008 (per gli europei vinti dalla spagna) e famoso nel mondo nel 2010 azzeccando tutti i risultati.
nel vuoto che la sua mancanza ha creato, hanno scovato tartaruga ed elefante. la prima la lasciavano nuotare fino a che non sceglieva di mangiare il pesciolino appeso sotto una delle due bandiere, al secondo un pallone (il brazuca per rimanere in tema) davanti alle zampe da calciare in una delle due porte da calcetto con una delle due bandiere sulla traversa.
e anche la memoria del polpo paul è stata disonorata (considerato che entrambi gli animali hanno sbagliato pronostico).

49. prandelli che dieci giorni dopo l’uscita dal mondiale firma per il galatasaray

gliene hanno dette di tutte, ma paragonarlo a schettino è davvero troppo. davvero. almeno lui non ha ucciso nessuno.
e, a modo suo, ne ha sparate. ammettendo che la squadra non era competitiva (e allora perché parolo e paletta? perché?), pepito rossi non era pronto (e allora perché el gordo cassano? perché?) e balotelli ha i colpi ma non è un campione (e ci voleva prandelli per farlo capire?).
se romeo e giulietta è l’amore assoluto, balotelli è assolutamente sopravvalutato.
per l’educazione cattolica che ci hanno insegnato, ci vuole sempre un colpevole.
e se non ci fosse nessun colpevole?
e se, semplicemente, doveva andare così?

50. la finale, germania – argentina 1 – 0

una finale inutile.
per due motivi: primo perché non gioca l’italia; secondo perché il mondiale è finito dopo quel 7 – 1 che ha tolto tutti i sentimenti.
e infatti anche il web, non trovando nessuna notizia in una finale simile, rispolvera persino ratzinger e si inventano una rivalità con papa francesco. e tweet tipo: e adesso vediamo dio a quale papa vuole più bene.
ventiquattro anni dopo italia merda90, l’argentina torna a giocarsi la partita più importante, anche perché erano ventiquattro anni che non arrivava nemmeno in semifinale.
pronosticata sempre tra le favorite, adesso che ci arriva non lo è comunque.
e il paragone tra messi e maradona ha rotto il cazzo.
non esiste.
maradona è maradona e messi è messi. punto.
perché intanto maradona ha fatto grande una squadra come il napoli che fino al suo arrivo non aveva mai combinato gran che, facendogli vincere quello che, nonostante oggi de laurentiis con una squadra della madonna, continua a non vincere. e poi perché messi non gioca nel rayo vallecano o nel levante, ma nel barcellona che da sempre vince. o è lì lì ogni anno.
messi che avrà neymar come sostenitore che in conferenza stampa piange e non perdona (e non nomina mai) zuniga che gli ha spaccato la vertebra.
intanto l’elefante ci riprova e calcia il brazuca nella porta con la bandiera dell’argentina.
più che pronostico direi presagio.
ha portato una sfiga al brasile che se fossi un argentino sarei ancora lì a toccarmi.
è la terza volta che si incontrano in finale. la germania ha abolito la seconda maglia verde dopo l’86 e infatti vince con quella bianca nel ’90. e nel web, sempre perché non si sa che cosa dire a riguardo, si legge: mancava la bella, no?
ma anche no.
questa finale è tutto tranne che una notizia.
tanto che a ogni servizio sportivo ci fracassano i maroni sulle analisi delle partite precedenti, da maradona marcato da lothar matthaus nell”86, a maradona braccato da buchwald (ma sarà far risorgere anche buchwald?) e il rigore generoso concesso alla germania. farebbero prima a mandare in onda i servizi dell’epoca. tanto è uguale e i giornalisti andrebbero in ferie.
e chi l’avrebbe mai detto che ci sarebbe mancato così tanto il brasile?
l’immagine della germania pre finale è quella dello scioccante 7 – 1 al brasile e, negli occhi, la corazzata teutonica che da dove tira segna.
peccato che, come da premessa di questo post sulla memoria a breve e lungo termine, ci si dimentica il cammino della mannshaft dall’inizio alla fine.
e cioè: vince facile con il portogallo (si gasano con quelli che parlano portoghese?), sottovaluta il ghana e se non era per klose ciao, vince solo 1 – 0 con gli stati uniti e fa fatica, con l’algeria va ai supplementari e se ne neuer non si reinventava libero ciao anche qui, non brilla con la francia e da un calcio d’angolo segna per altro con hummels che non fa l’attaccante ma il difensore, fino al 7 – 1 che vabbe’.
l’argentina invece non convince mai mai e mai. le vince tutte, sì, ma stenta con tutte: con la bosnia fa 2 – 1, con l’iran trema letteralmente e con un rigore non visto segna messi redivivo con una magia, con la nigeria sempre per un golletto in più (3 – 2), con la svizzera va ai supplementari e con il belgio che culo (con higuain che si sveglia anche lui) anche perché il belgio non gioca da belgio e con l’olanda praticamente non scende in campo.
sul web, la rivalità tra papi dilaga, maradona deve mettere becco suggerendo la tattica da usare (amen) e cantando cori camerateschi con i giornalisti argentini che anche no, viene ufficializzato l’acquisto di suarez al barcellona (con clausola anti-morso) e già a venerdì non c’è più niente da dire.
intanto l’arbitro è italiano ed è rizzoli.
ovviamente, alla notizia, i giornalisti si sono scatenati ululando: un po’ di azzurro nella finale.
la qual cosa ci riporta al punto sugli arbitri. com’è possibile che i migliori siano italiani se ogni domenica li vorremmo lapidare?
che sia italiano è grave.
non solo significa che l’italia non è in finale ma significa che non gioca DA UN PEZZO nel mondiale.
e infatti zazzaroni e caressa confermano il mio pensiero.
nell’attesa però della finale inutile si parla anche tanto di mercato sulla domanda: come risollevare il calcio italiano?
tutti a dire che ci vuole un presidente della FIGC giovane (e infatti quello più probabile ha 70 anni) e a dire largo ai giovani, facciamoli giocare e crescere bla bla bla e infatti tre quarti degli acquisti sono stranieri.
sempre nello sgomento del trovare una notizia considerata l’inutilità delle ultime due partite, i giornalisti si buttano sulla juventus di sao paulo che usa però la maglia granata, il che urta me che sono milanista e quanto la maglia della grecia (nemmeno considerata dal post sui font delle squadre nike ai mondiali da bloggokin, fa te…).
poi arrivano anche le gufate. leggo sul web che si spera vinca la germania perché così entra in crisi. dopo il 2006 è arrivata in italia, dopo il 2010 in spagna e c’è ancora, vincesse la germania… be’. il calcolo è facile da fare.
il cristo redentore a rio de janeiro intanto viene illuminato con i colori delle finaliste e anche qui sale il rammarico: che bello sarebbe stato tutto azzurro?
allo stadio sfilano personalità e politici che nemmeno a un g5000.
la rousseff, la merkel (con la giacca rossa e i pantaloni bianchi portafortuna), pelé, il naziputin (che poteva starsene anche a casa), uno che assomigliava a mick jagger tipo, la gisele bundchen nel sottopassaggio che porta al campo.
l’argentina gioca con la maglia blu, la germania con quella bianca.
e poi inizia.
e vince la germania.

1 – 0 come ventiquattro anni fa.
e per la prima volta, nel festeggiare entrano le mogli e le compagne dei giocatori.
la curiosità?
mario goetze, il n. 19 che segna al 113′ del secondo tempo supplementare, non era nemmeno nato nel 1990 quando la germania vinceva a italia ’90.
e i giovani che festeggiavano non hanno mai vissuto il muro di berlino.

e ultima, la nostalgia.
checché se ne dica, la nostalgia è un fattore fondamentale nel gioco del calcio.
la stessa storia dei mondiali è un atto malinconico di qualcosa che già è passato. perché c’è sempre una storia dietro (e dentro) ogni partita.
e qualunque evento sportivo globale,  a prescindere dallo sport giocato, è e sarà per sempre raccontato nostalgicamente.
e tra quattro anni, parleremo russo (russia 2018) e saremo ancora a scrivere post come questo.