Germania – Francia 1 – 1 (5 – 4 ai rigori): Bonjour tristesse

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La piazzetta dove c’è la Libreria Riminese, la metà dei riminesi non sa nemmeno che abbia un nome. Io per prima ci ho messo anni a impararlo, curiosando per altro su una mappa quando ancora non esisteva Google Maps. Per tutti era la piazzetta del Black Cock o della Creperia o quella dove c’è Benvenuti. Poi Benvenuti, la merceria, si è trasferita, ma questi sono futili dettagli. Come per esempio comprenderla nel giro di locali intorno alla Vecchia Pescheria. Continue reading

Norvegia – Inghilterra 1 – 2

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“Ferretti, Molko e gli altri” è la mia Iliade divisa in tre capitoli – il secondo “l’incontro con Niccolò” e il terzo “Finalmente insieme” – che, un giorno, terminerò di disegnare e lo proporrò a un editore, forse. Racconta il calcio femminile di provincia, le vicende e i rapporti interpersonali delle ragazze, tra campi spelacchiati nelle zone industriali delle colline riminesi e vite che si incontrano e si incrociano. Continue reading

Brasile – Australia 0 – 1

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Laggiù, proprio laggiù.
È quello che pensa Paul scostando con due dita la tenda e guardando fuori dalla finestra della cucina. Sarah arriva sbadigliando e stirando la schiena. Si siede sullo sgabello del tavolo della penisola aspettando che la macchina del caffè si scaldi.
“Piove.” le dice Paul. Continue reading

Francia – Corea del Sud 3 – 0

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La vittoria della Francia sulla Corea del Sud è racchiusa nella corsa di esultanza di Laure Boulleau.
È una corsa oltre la linea di fondo campo, quando la rete si è già gonfiata e Boulleau ha appena crossato il pallone diagonalmente all’indietro per i piedi di Delie, è una corsa rallentata per riprenderla tornando indietro verso Louisa Necib nell’angolo alto di sinistra dell’area coreana, abbracciandola, è una corsa dalle braccia stese indicando la Necib quasi a dirle: hai visto cosa hai scatenato?

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Francia – Colombia 0 – 2

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Non è stato facile arrivare alla decisione di lasciare Biskra. Non è mai facile ammettere a se stessi che non c’è futuro nella città in cui sei nato e hai vissuto fino a quel momento e avere il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da un’altra parte. Ma almeno una certezza c’era. L’altra parte aveva un nome e una nazione: Marsiglia, Francia. Continue reading

Brasile – Corea del Sud 2 – 0

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Ero a San Mamede, ad appena tre, quattro chilometri da Sarria.
San Mamede è un albergue privato lungo il Cammino di Santiago. Cornice splendida in mezzo a un prato verde, casettine basse e con un portico che correva ad u lungo la struttura, mentre Maria, la polacca che parlava spagnolo suonava il pianoforte, io camminavo a piedi scalzi sull’erba. Tra tre vasi decorativi, un pallone dagli esagoni verde – oro riposava placido. Continue reading

Francia – Inghilterra 1 -0

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Il pubblico sugli spalti al Moncton Stadium il 9 giugno…

A Moncton le nuvole arrivano velocemente a oscurare il cielo aiutate da un vento tagliente e obliquo. Non è proprio il tempo con cui hai voglia di uscire, al contrario, fosse di domenica divano e tè caldo non te lo toglie nessuno.
Chissà se una delle ragazze francesi ha avuto un momento durante il riscaldamento che ha osservato il cielo grigio pensando che almeno non avesse piovuto, sarebbe stato meglio. Magari Eloide Thomis che, dietro quella scorza da dura, forse ha una sua sensibilità, o Laure Boulleau, anche se a Clermont – Ferrand dov’è nata il tempo spesso si presenta così. Ma si stanno giovando un Mondiale e non c’è proprio interesse nel pensare al tempo. Alle inglesi sicuramente non è passato nemmeno nell’anticamera del cervello un pensiero simile, abituate come sono al grigiore unico e piovoso della loro isola. Ma probabilmente no, nessuna delle giocatrici si è lasciata deconcentrare da pensieri filosofici e scaramantici. In fondo, il tempo non era bello nemmeno all’esordio contro il Portogallo, partita vinta anch’essa per 1 – 0 e sempre con una rete di Eugenie La Sommer. Ma almeno non pioveva. Continue reading

USA – Australia 3 – 1

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Il calcio è un gioco scaramantico.
Solo chi non ha mai vissuto il pre partita in uno spogliatoio qualsiasi – che fosse quello a Viserba di Rimini vicino alla fonte dell’acqua potabile a quello del campo sulla statale verso Riccione delle docce dalle porte assenti a quello di uno stadio vero come il Winnipeg -, non può sapere che quando varchi quella soglia illuminata da neon freddi e vai verso la tua maglia appesa – la mia era sempre piegata nella borsa e, disfatta, la appoggiavo dove trovavo spazio sulla panca – ognuno ha il suo scaramantico modo di vestirsi. Continue reading

Germania – Costa d’Avorio 10 – 0

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Quando faccio una pausa e scendo dall’ufficio di Sant’Arcangelo di Romagna per fumare una sigaretta, un signore che calza le Birkenstock Boston fuma su un gradino e spippola con il cellulare.
Io mi accendo la mia Chiaravalle verde e un bambino, sbucato da chissà dove, indossa i pantaloncini dell’Italia che trovavi l’anno scorso al Lidl, ciabatta con delle infradito dal colore indefinibile più piccole del numero che gli servirebbe e ha una maglietta senza maniche che lo proiettano nel truzzo che sarà in un futuro non molto lontano, accompagnato dalla gomma da masticare che mastica a bocca aperta e i capelli rasati di lato. Continue reading