Quando faccio una pausa e scendo dall’ufficio di Sant’Arcangelo di Romagna per fumare una sigaretta, un signore che calza le Birkenstock Boston fuma su un gradino e spippola con il cellulare.
Io mi accendo la mia Chiaravalle verde e un bambino, sbucato da chissà dove, indossa i pantaloncini dell’Italia che trovavi l’anno scorso al Lidl, ciabatta con delle infradito dal colore indefinibile più piccole del numero che gli servirebbe e ha una maglietta senza maniche che lo proiettano nel truzzo che sarà in un futuro non molto lontano, accompagnato dalla gomma da masticare che mastica a bocca aperta e i capelli rasati di lato.Nel frattempo, penso che ho scappellato alla grande scegliendo la camicia invece di una maglietta, una qualunque, ma con le maniche corte e non una camicia con le maniche lunghe seppur arrotolate, perché nelle colline marchigiane questa mattina alle 6,30 la giornata sembrava fresca e invece qui a Rimini fa un gran caldo.
Tutto questo preambolo di una sigaretta fumata nel caldo di una giornata qualsiasi di giugno, in un momento di pausa, lento come solo alcuni momenti estivi sanno essere, noiosi nei sospiri della gente accaldata, è perché parlare della Germania è noioso.
Germania – Costa d’Avorio 10 – 0.
Ma di cosa dobbiamo parlare?
La Germania è prima nel Ranking FIFA e gli investimenti fin qui fatti nel femminile, considerato il risultato, lascia poco spazio alla riuscita di un movimento che ha solo bisogno di credibilità. Perché la Germania femminile è forte, è tanto forte e ha giocatrici, magari rudi come tutti i tedeschi, ma accidenti, che potenza!
A Ottawa al Lansdowne Stadium il cielo è pumbleo. Minaccia pioggia ma non cade nemmeno una goccia. Due squadre, lontanissime tra loro, entrano in campo parallelamente: da un lato, la Germania e l’orgoglio negli sguardi concentrati delle giocatrici di chi sa di essere la Mannshaft der Frauen, di chi sa di essere fortissimo, di chi sa che sul petto portano i titoli vinti sul campo (l’Adidas ha differenziato la maglia da quella maschile). Dall’altro, una impaurita e agitata Costa d’Avorio, al suo esordio assoluto in questo Mondiale, una compagine priva di stelle appariscenti e idee confuse, in una Federazione evidentemente ancora più confusa.
Colpa della FIFA, verrebbe da dire di primo acchito, che permette questo abisso tra due squadre.
Il risultato parla da solo.
Difesa ivoriana tagliata dalle tedesche come un coltello dalla lama calda nel burro e ciao, sono 10, e subito la Costa d’Avorio fa due record in una sola partita: esordio alla fase finale di un Mondiale e peggior sconfitta della sua storia.
Germania – Costa d’Avorio 10 – 0.
Ma di cosa dobbiamo parlare?
le foto sono tratte malamente dal sito fifa.com utilizzando professionalmente il mio iphone.