Norvegia – Thailandia 4 – 0

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Norvegia – Thailandia si gioca il 7 giugno.
Ma quello di domenica 7 giugno non è un matrimonio qualunque.
Si sposa mia sorella mentre la Norvegia vince 4 – 0.

Norvegia – Thailandia in una domenica di inizio giugno è stata vissuta nella felicità di quel giorno, fin dalla mattina quando io e I. siamo andate a casa di mia sorella a vivere ogni singolo istante prima del grande momento.
Ogni singolo istante di un back – stage che di solito non viene spesso ripreso, ma che io ho accuratamente documentato.
Che bello!
Che gioia!
Che felicità!
Ero tesa come una corda di violino e il mio primo bicchiere di prosecco è stato un brindisi tra me e mia sorella, noi due sole, prima che la casa venisse letteralmente invasa da amiche, parenti vari, parrucchieri, estetista. Noi due sole, insieme come sempre, a celebrare quel piccolissimo attimo di sorellanza perduta nelle nostre vite diversissime, noi due sole, sorridenti e io che già piangevo.
Quando giocano Norvegia e Thailandia in Italia sono le 18 e mentre gli invitati sono già nel giardino del Grand Hotel di Rimini a stuzzicare aperitivo e vino, io sono ancora dietro agli sposi insieme al cugino dello sposo e il fotografo.
Quando Trine Ronning segna il primo gol della Norvegia al 15simo, siamo entrati in auto da poco dopo la sessione fotografica al ponte di Tiberio.
Quando Isabell Herlovsen raddoppia e triplica tra il 29simo e il 34simo io finalmente sono seduta (con i tacchi delle Michael Kors golden rosè che affondano nell’erba morbida del giardino del Grand Hotel) e finalmente inizio a rilassarmi dall’emozione di quasi tre quarti di giornata e tracanno prosecco come se non ci fosse un domani.
Quando Ada Hegerberg quadruplica non sono ancora ubriaca (non lo sarò mai quel giorno se non di felicità).
Si gioca alle 13 locali a Ottawa al Lansdowne Stadium e il sole va e viene.
Di Ottawa esoticamente si sa che la città si bagna su un lato del lago Ontario e, a meno che non la si sia visitata, del Canada si fa sempre di tutta l’erba un fascio, per cui pensi al Canada e pensi al test dell’alce, cioè la faccenda secondo la quale nelle scuola guida canadesi ti insegnano a schivare le alci lungo la carreggiata e dunque a non fare incidenti, perché gli animali sono belli grossi e non si spostano nemmeno per sbaglio, figuriamoci trovarseli davanti appena fai una curva.
La Norvegia è una delle squadre femminili più titolate nel mondo e se si considera che solo nel mondiale Cina 2003 diventato Stati Uniti 2003 (a pochi mesi dall’inizio di quel mondiale scoppiò in Cina l’epidemia di SARS e solo Svezia e Stati Uniti proposero la candidatura per la sostituzione a causa del pericolo di contagio e la spuntarono gli Stati Uniti) uscirono ai quarti di finale, solo chi davvero non sa nulla di nulla del calcio femminile non può non annoverare la squadra delle o sbarrate come una seria pretendente al titolo. Per il resto, quando non ha vinto, è arrivata in qualunque edizione dei Mondiali da quando esistono tra le prime quattro. Per non parlare dell’Algarve Cup, quattro vittorie e dominio quasi totale fino al 1998 quando poi alternando edizioni fortunate ad altre meno è però sempre riuscita a essere lì lì tra le prime quattro. Il quattro è anche un numero che, quando si parla di Norvegia, scappa fuori spesso. E infatti anche in questa partita le reti sono quattro.
Il campionato femminile di club norvegese è per altro uno dei più ricchi e le sole Nora Hostald Berge e Ada Hegerberg giocano in altri paesi, rispettivamente in squadrette come il Bayern Monaco e l’Olympique Lione. Le altre ragazze convocate da Even Jostein Pellerud (un nome che ai più non dirà nulla ma io me lo ricordo da quando, adolescente, compravo il Guerin Sportivo e mi guardavo anche le partite del campionato norvegese) giocano tutte in patria e sono tutte brave e terribilmente bionde, tecnicamente tra le migliori del mondo.
La Thailandia è per me un oggetto assolutamente misterioso: è una di quelle squadre che giocano per la prima volta la fase finale di un Mondiale, da quando cioè, con questa edizione, è aumentato il numero delle partecipanti.
Mettiamola così: 4 – 0 contro la Norvegia è un signor risultato. Poteva andare peggio, guarda la Costa d’Avorio con la Germania.

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Inizia così, con la stretta di mano molto femminile tra Trine Ronning e Duangnapa Sritala, il capitano della Thailandia e che calza, sì, le CR7.

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E finisce così, con le thailandesi che nonostante il passivo salutano il pubblico e il portiere che ne ha presi quattro che sorride, anche solo per esserci.

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E una verità inconfutabile: le norvegesi sono tutte bionde.

le foto sono tratte schifosamente con il mio iphone dal sito fifa.com. 

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