muri e numeri

ho imparato a camminare osservando ciò che avevo intorno e ascoltando il suono della natura durante il mio cammino di santiago.
quattro anni dopo da allora, cammino senza tenere la testa abbassata sul iphone, ma ben alta, curiosando a destra e a sinistra, in alto e in basso, persa nel mondo che vedo e che mi affascina.
sempre.
certo, capita anche che essendo così presa vada a sbattere contro un palo o inciampi, ma almeno ho negli occhi qualcosa di bello.
tipo. un giorno passeggiavo in paese e una serie di cartelli stradali catturò la mia attenzione. mi soffermai su quei cartelli appesi e cuciti a pali che sembravano essere stati posizionati senza una logica precisa, quasi a caso. eppure una logica dovevano averla, ma ce n’erano talmente tanti e ripetuti che mi domandai il perché dell’utilizzarli così spesso a sottolineare le regolarità o irregolarità del codice della strada.
così, mi inventai un gioco.
è nella mia natura raccontare qualcosa, qualunque cosa, e probabilmente è lecito pensare che non abbia una madonna da fare se curioso nel mondo e mi invento giochi come questo. tuttavia, ritengo che la conoscenza di un luogo in cui si vive e che si inizia ad amare dipenda anche da questo: conoscerlo in ogni crepa della strada, in ogni palo della luce e, sì, in ogni cartello stradale.
iniziai a fotografarli filtrandoli con instagram e aggiungendovi una didascalia che spiegasse metaforicamente come quei cartelli potessero essere visti anche come le strade che abbiamo o scegliamo di (per)seguire nella vita.
il risultato fu questo che potete rollare qui sotto.

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mi è ricapitato oggi (scrivo questo post il 4 settembre) e mi rapiscono i numeri civici e i muri.
avete mai notato quanti muri e numeri civici esistano?
diamo per scontato così tante cose solo perché le abbiamo quotidianamente sotto gli occhi che ce ne dimentichiamo con una noncuranza imbarazzante.
invece sono lì, sono sempre state lì e non le abbiamo mai notate, salvo in occasioni nelle quali si accende la lampadina e si “scopre” che esistono.
di borghi e di case ne vediamo in abbondanza, ma scrutare quel particolare muro, quel particolare che so balcone, quella particolare finestra e iniziare a domandarsi chi ci vive, quali sono le sue abitudini, come usi quel muro o balcone o finestra che sia.
è il balcone del salotto o della camera da letto?
è la finestra del bagno o della cucina?
come e quando la si sfrutta quella finestra?
ci si sbatte la tovaglia dopo pranzo o c’è un portacenere in un angolo del davanzale?
e quali piante ci sono sul balcone o su quel davanzale?
così i muri e i numeri.
perché quel numero è dipinto sul muro o incasellato o è a vista?
perché quel muro è stato colorato così?
quanto tempo hanno?
forse avrei dovuto fare una categoria de “l’arte intorno” perché, per me, anche queste piccole cose a volte possono essere artistiche, tipo i muri alla ligure che sono completamente disegnati. ed è arte anche quella, oltre a caratterizzare la liguria (e qualche palazzo a nizza sulla promenade des anglais, rimasuglio dell’italica appartenenza) che ne fa un punto forte del suo panorama.
e questi numeri su altrettanti muri sono la curiosità di oggi.

perché tutto ha un’anima, bambini di tutto il mondo, e tutto ha una storia.
e che altro senso ha la vita se non accorgersene e portarla nell’eternità?

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