(s)trip to gaza, pencils not bombs

MabelMorri_Gaza01_blog

è mercoledì 6 agosto quando vedo una notifica su facebook da parte di claudio calia (autore, tra gli altri, di “piccolo atlante storico geografico dei centri sociali italiani”, becco giallo 2014) che mi invita a mettere “mi piace” su una pagina che si chiama “(s)trip to gaza, pencils not bombs“. vado a controllare, e nelle informazioni la pagina mi spiega che si tratta della volontà di raccogliere autori (iniziativa creata da fumettisti, illustratori e disegnatori) per una campagna per la raccolta fondi per gli ospedali di gaza, il tutto orchestrato da marco ficarra.
in un post mi spiega ulteriormente che gli autori sono invitati a disegnare qualcosa che richiami alla pace, possibilmente, legato al confitto israele – palestina, e qualora si partecipasse ogni diritto per il disegno inviato cede per essere venduto a un’asta per la raccolta fondi.
nell’arco di una giornata la pagina riceve 342 mi piace (lo è adesso, alle 21,06 di mercoledì sera), autori la condividono e la twittano. Continue reading

Tre film i cui personaggi hanno la mia stessa età anche nei sequel

ti sono piaciuti così tanto che ti ricordi esattamente in quali cinema (cinema che peraltro non esistono più) della tua città li hai visti per la prima volta.
ti sono piaciuti così tanto che hai aspettato l’uscita del dvd per comprarlo e rivederlo.
ti sono piaciuti così tanto perché raccontavano di personaggi che avevano la tua stessa età e sono un po’ cresciuti con te.
poi, dieci anni dopo, anno più anno meno, sono arrivati loro. i sequel.
di norma, i sequel nascono sulla scia del boom, sperato o insperato che sia (un mistero prevederlo, il successo) di un film o di un libro o anche di un fumetto e, di norma, escono in un tempo relativamente breve per affossare il bel ricordo che quella primissima visione aveva lasciato.
del perché alcuni sequel escano a prescindere da questo boom, e per di più dieci anni dopo, io la ragiono semplicemente così. è perché sono, in questo caso, film indipendenti che con il tempo sono diventati “cult”, ma che rimangono indipendenti, come allora, e rimangono opere dell’artista ed è solo una necessità dell’artista stesso (attore, regista o sceneggiatore che sia) riprendere i personaggi e ridare loro nuova vita. può essere che siano rimasti dentro, può essere che si abbia bisogno di “completarli” per chiudere definitivamente con loro, può essere che li si è amati così tanto che bisogna chiudere il cerchio, per poi lasciarli finalmente andare.
per chi non scrive, per chi non ha quella mente che viaggia oltre qualunque cosa, per chi osserva il mondo e ne ascolta ogni più piccolo dettaglio avendo ispirazione anche solo dalle prime foglie bagnate nel momento in cui inizia a piovere, forse è difficile capire questa esigenza. e non per discriminazione, ma perché si è fatti l’uno in modo diverso dall’altro. e va bene così.
al tempo stesso, per gli artisti esistono queste necessità.
tre film dunque che io, io in questo caso, ho amato personalmente e di cui anche i sequel mi hanno riempito il cuore. Continue reading

i film che hai visto cinquecento milioni di volte e che quando li becchi in tv un sabato piovoso te li riguardi come fosse la prima volta

pioggia
non è necessario che sia freddo o che piova. può capitare anche durante l’estate, anzi spesso durante l’estate. e sono quei film che, dopo aver visto la razione quotidiana di studiosport durante la pausa pranzo, si fa un accenno di zapping mentre si beve il caffè prima di schiacciare il tasto rosso dell’off. e succede allora, drammaticamente (perché hai da matitare dieci tavole) che becchi uno di quei film. inizi a guardarlo, ti dai il tempo del caffè ma il caffè finisce e ti dici: solo questa scena e poi spengo, ma non spegni e, facendo saltare tutti i piani, ti ritrovi alle 17 che te lo sei visto tutto e il tuo programma è andato a puttane. il fatto di disegnare come lavoro implica anche che ci si gestisce il tempo, quindi se un pomeriggio salta, lo rimedi la notte eventualmente. ma tant’è. quel film lo riguardi come fosse la prima volta. e ti piace sempre. come la prima volta. Continue reading

le mollette colorate di marta musincanta

foto

immaginate una cassetta contenente delle mollette colorate per stendere i panni.
ecco, ora prendetene una tra le dita. e guardatela.ai più sembrerà un semplice oggetto di plastica (o legno) e ferro. ma il segreto è tutto lì. ci sono persone che non vedono quella molletta solo come tale, ma come l’ennesima, splendida idea nella quale credere e realizzarla. marta è come quelle persone. sceglie una molletta colorata e vede “oltre”. ha un progetto e la sua testolina frulla fino a che non lo vede concretizzarsi. marta è una delle menti dello smiting festival rimini (ne parlo qui e qui) e dovrebbe essere una di quelle persone che non avrebbero bisogno di presentazioni. e invece, a meno che non si sia nel riminese (e non è detto che comunque la si conosca), c’è sempre bisogno di presentazioni. come per daniele canonici (qui il post sulla sua arte), marta è una di quelle persone che ho avuto la fortuna di incontrare nella vita. e mi rendo conto di quante persone meravigliose come loro esistano in questo mondo di caste e raccomandazioni. forse perché anche io, nel mio piccolo, sono una che ci prova a fare Arte (con la a maiuscola) e a divulgarla. con i pro e i contro. siamo artisti e qualunque arte si faccia (io con i fumetti, dani con gli oggetti e le foto, marta con la musica e ci caccio dentro anche lorenza ghinelli con la scrittura), lo facciamo con quello spirito da “spaccare il mondo” che è tipico dei ventenni. ne abbiamo quasi quaranta e siamo ancora lì, con quella voglia. marta ne ha organizzati di eventi e tutti interessanti e “diversi”, ma inconfondibilmente speciali. la nostra collaborazione è prevalentemente collegata allo smiting e…che meraviglia, quelle riunioni di lavoro alla brezza o da botte al neon, e che serate… che magia. questa volta marta e lo smiting propongono una serata all’opificio beccadelli in via beccadelli a rimini che già dal sottotitolo “crossing (our) lives” fa capire quanto sia “oltre” la molletta colorata. Continue reading