Santarcangelo del fumetto 2018 e la figurina di Cristiano Ronaldo

Un bambino con gli occhiali dalle lente spesse nel sabato sera del Festival Santarcangelo del Fumetto 2018 e un disegno/figurina di Cristiano Ronaldo.

Il bambino che sbadiglia torturandosi l’occhio dietro agli occhiali si chiama L.
Le lenti sono come si diceva una volta fondi di bottiglia e le orecchie a sventola.
In un momento di fermo è I. che mi dà l’idea di disegnare figurine, essendo per altro una parte importante delle nuove Mele.
La giornata è stata molto calda e splendida. Quindi tutti al mare o al Wellness.
L’Emilia e l’autostrada sono congestionate dall’evento in fiera e nel primo fine settimana di vero mare, oltre alla Festa della Repubblica, le spiagge sono strapiene.
Santarcangelo di Romagna è il solito gioiellino, la gente è incuriosita dalla tenso struttura e dall’atmosfera rilassata.
Una coppia compra una maglietta da “Il Rompi”, fanno le chiacchiere, sono indecisi tra due magliette o forse tre. Alla fine ne scelgono una, la comprano e si allontanano. Paga lui probabilmente, è un regalo, perché percorrono pochi metri e lei gli salta al collo, lo bacia sorridendo e ringraziandolo. È una scena bellissima, io sono uno sguardo che invade il loro piccolo grande momento di felicità, in un festival di fumetti e coi fumetti: la verità è che mi rallegrano sempre le piccole grandi felicità come queste legate a un disegno o a un fumetto. Rendere felice qualcuno con un disegno è una gioia che chi non lo ha mai provato non può capire.
L. passa con suo padre e la sua famiglia. Io non me ne accorgo subito; ho iniziato a disegnare Messi e poi Cristiano Ronaldo.
I. mi dice che il bimbo ha detto a suo padre: Babbo guarda! Cristiano Ronaldo!
Si avvicina.
Quegli occhioni dietro quelle lenti spesse. Vede la matita che si muove sul foglio. Il suo idolo formarsi poco per volta. La magia di quegli occhi.
Gli dico: Se aspetti che lo finisco te lo regalo.
Si porta via CR7 felice, con una lito.
Fotografo Messi proprio perché L. che sbadiglia ha CR7 nell’altra mano.
Quando ripassa sto disegnando Kermit e dice: Lo guardavo quand’ero piccolo! Il tavolo è alto almeno 80 cm e L. non superava il metro e dieci. Io e I. ci guardiamo confuse: è ancora piccolo quel bimbo! È il padre che ci dice che gli ha trasmesso le sue passioni, Muppets compresi. L. vorrebbe anche Kermit, il padre lo spinge via. È tardi, la serata si chiude. Una serata di sabato sera nella quale decido di rimanere a disegnare anche dopo cena.
I. inizia a fotografare le “figurine”. Io sono tanto contenta e non penso ai social, è I. che mi fa la Instagram Stories.
Oggi sì, oggi penso a L. con il disegno di CR7, a un’altra signora che comprando il fumetto per la figlia e col marito a fianco non ha il coraggio di chiedere l’altro CR7 disegnato. Il marito non si offende quando lo regalo alla signora.
Mi viene da pensare a quanti Cristiano Ronaldo ho disegnato: Messi piace meno, ho capito questo, e CR7 ormai è in mio pugno sapendolo disegnare anche senza riferimento fotografico.
E poi un signore, insospettabile, passando tra una dedica e l’altra a Filippucci, disegnatore di Tex, nell’attesa, mi dice qualcosa a riguardo di quanta sabbia può contenere un naso.
Sorrido.
Sorrido nella consapevolezza di aver fatto qualcosa, non so bene in che dimensioni ma rendersi conto di aver lasciato un segno, seppur piccolissimo, è come quest’aria fresca della campagna dopo una giornata caldissima: fa respirare.

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