nella settimana in cui si sposa mia sorella e io ho comprato le scarpe chiuse (ma era necessario considerato che i piedini non sono ancora guariti dal Cammino di Santiago e, con l’inganno, delle Michael Kors golden rosè) è arrivato l’anticiclone a rendere proprio questa settimana la più calda del mese quando avevano previsto pioggia. meglio per tutti, parrebbe, se non che ho i segni sbagliati del costume e, peggio, il segno dei calzini. che è un po’ come quando ti metti le calze di spugna bianche con i mocassini e se non sei Michael Jackson (e non lo sei) sei solo un grezzo. tutto questo preambolo ovviamente non c’entra nulla con ciò che ho voglia di raccontare, se non che è appunto in questa settimana molto calda che vado in paese a comprare le sigarette e me ne torno anche con l’acquisto del Guerin Sportivo. in realtà succede così: quando vado in paese per acquisti, lascio a casa la carta di credito e mi porto dietro solo i cinque euro per le sigarette, perché lo so che come entro nell’edicola-tabacchi e volto lo sguardo verso i giornali è la fine. così per i fumetti: più di una volta ho avuto tipo un senso di colpa abbastanza irrisorio per essere sincera perché invece dei 3 euro e 20 di Dylan Dog sceglievo i 3 e 90 del Guerin Sportivo. essendo mensili entrambi ed io ritrovandomi a giugno con tutti i numeri del Guerin da febbraio, credo sia molto semplice capire quanti Guerin abbia e quanti Dylan Dog non abbia.
e siccome il Guerin è ritornato prepotentemente nella mia vita dalla scorsa estate come una bibbia, difficile spiegare perché questa rivista mi piaccia così tanto e perché la ami così tanto, nonostante oggi ci siano blog interessantissimi che seguo (vedi crampisportivi, valderrama, lacrimediborghetti, trappoladelfuorigioco, ultimouomo per citarne qualcuno) e nonostante internet per certe cose abbia soppiantato molto le riviste cartacee di questo tipo.
eppure nonostante l’evoluzione e il cambio dei tempi, il Guerin nel 2012 ha tagliato il traguardo delle cento candeline e resiste tuttora a uscire regolarmente in edicola e, soprattutto, a essere comprato da me.
mai nessuna rivista di calcio è stata così longeva e ha cadenzato con le sue copertine e i suoi contenuti tutto ciò che le sconfitte e le vittorie sportive ci hanno sempre ricordato. se conserviamo nella memoria momenti, canzoni, immagini, per chi ama il calcio (o almeno per me) c’è un numero del Guerin a ravvivarmi quel cassetto impolverato e chiuso da tempo.
tra le tante riviste che ho collezionato negli anni, da Forza Milan! a Ciak a FilmTv ad Animals e poi e poi, l’unica che a oggi ancora a 39 anni compro e conservo è proprio il Guerin.
preciso, puntuale, implacabile in alcuni articoli, nasce nel 1912 a Torino fondato da Giulio Corradino Corradini, Ermete Della Guardia, Mario Nicola, Nino Salvaneschi, Alfredo Cocchi e Giuseppe Ambrosini. il nome fu ispirato dall’opera del trovatore (compositore ed esecutore di versi e poemi in tipo dialetto e tipo Tonino guerra per capirci, figure artistiche oggi scomparse) Andrea da Barberino, il Guerrin Meschino, cosa che influenzò anche il logo riconoscibilissimo e unico ancora adesso di un cavaliere medievale nell’atto di lanciare una penna stilografica come una lancia. originariamente stampata su carta verde (per cui prese il soprannome di “verdolino”) era arricchita da vignette e disegni satirici di Carlin che fu anche l’inventore di stemmi tipo della Juventus (la zebra la disegnò lui), la Roma (la lupa) e il Milan (il diavolo) tra i tanti. fin dalla nascita, il Guerin si differenziò con una linea editoriale ben precisa, competente ma anche corsara e polemica, senza però tralasciare mai un umorismo e un’ironia insolita nel mondo del calcio di quei tempi.
poi sono passati gli anni e il Guerin si è sempre difeso benissimo resistendo fino all’ultimo e ricorrendo ai ripari come quando lo sfaldamento del calendario delle giornate di campionato (che a volte inizia il venerdì e finisce il lunedì quando non è martedì) fu deleterio per una rivista settimanale incapace di presentarsi al meglio ai lettori, così che dal 2010 passò alla pubblicazione mensile. sempre nel 2010 poi viene anche aperto il blog, blog.guerinsportivo.it, che segue sempre una linea editoriale precisa e da tradizione e che invece di essere un blog di notizie è più di approfondimento e di opinioni. certo, negli anni ha anche perso le pagine di altri sport, dalla pallavolo al calcio femminile alla boxe al basket per concentrarsi sul calcio anche se, per esempio, il calcio giovanile è comunque sulle pagine del blog. però credo che siano state scelte dovute sicuramente all’aspetto finanziario (i tagli ci sono stati ovunque) ma anche a una difficoltà oggettiva di gente capace che seguisse queste altre attività.
le penne che hanno scritto per il Guerin fanno paura e fanno venire una malinconia di quei bei tempi in cui il giornalismo era IL giornalismo, masticata da gente con due palle così e con una cultura che ciao. giusto per dare l’idea, hanno scritto per il Guerin: Indro Montanelli, Gianni Brera, Giorgio Tosatti, Adalberto Bortolotti, Mario Sconcerti, Oreste del Buono, Giancarlo Fusco e poi e poi. per non parlare dei direttori che sono tra i migliori giornalisti sportivi italiani, da Gianni Brera a Marino Bartoletti a Ivan Zazzaroni ad Adalberto Bortolotti fino all’attuale Marco Marani che mi piace molto. ma, su tutti, credo che meriti una menzione speciale per l’innovazione e la sensazione di aria fresca che riuscì a portare: Italo Cucci (che in Rai nelle trasmissioni sportive, è vero, risulta soporifero ma come ne sa lui è dura, perché se ne esce con prospettive talmente diverse dagli statici commenti di tutti gli altri che fa davvero vedere il calcio da un altro punto di vista). sotto la sua direzione nacquero nuove riviste abbinate al Guerin e premi per i calciatori oltre che fu con lui che dal formato lenzuolo si passò al formato rivista con cui io ho conosciuto e amato leggere il Guerin e con lui il GS arrivò a vendere la cifra record di 300.000 copie in concomitanza del campionato del mondo del 1982 (e chi c’era in quell’anno se lo ricorda bene quel mondiale). è grazie a lui che io oggi compro ancora il GS ed è grazie a lui che quella presenza e quella professionalità tra le sue pagine la si sente ancora.
è con il Guerin che ho sognato e pianto con Baresi ai mondiali del 1994 negli Stati Uniti, quelli persi ai rigori contro un Brasile non imbattibile.
è con il Guerin che ho seguito e sempre tifato per la nazionale a Euro 96.
e a Francia 98 quando Del Piero convocato da Cesare Maldini non era pronto dopo un infortunio e ci fu la famosa staffetta con Roberto Baggio che la metà delle volte risolveva le partite e ci fece sognare fino alla fine con un diagonale a pallonetto che Barthez non sarebbe riuscito a parare nemmeno se avesse avuto le ali quando si era ancora sul’1 – 1 con la Francia ai quarti, episodio che amaramente fece capire agli italiani che saremmo andati ai rigori.
è con il Guerin che ho vissuto gli anni del Milan e di van Basten pallone d’oro e dei tedeschi dell’Inter e di Andreas Muller alla Juve. e del calcio mercato scatenato da Roberto Baggio.
è con il Guerin che ho esultato per il mio Milan degli Invincibili che vinceva coppe su coppe in Europa e nel mondo.
è con il Guerin che ho festeggiato gli scudetti sempre del mio Milan.
è con il Guerin che ho applaudito sinceramente la Juve che vinceva la coppa campioni contro il Borussia Dortmund (e la applaudirò anche sabato a prescindere dal risultato perché è una squadra grandissima, professionale e lungimirante e merita tutti i successi che ha).
è con il Guerin che nelle notti magiche di Italia 90 vedevo in tv gli occhi sgranati di Totò Schillaci che esultava un’altra volta.
è con il Guerin che è diventata la mia bibbia negli ultimi mondiali a Brasile 2014 che ho visto la Germania tornare ad alzare la coppa del mondo ventiquattro anni dopo quelle notti calde italiane nel pieno di un paese in benessere che si respirava ovunque e con giocatori che non erano nemmeno nati quando Buchwald marcava Maradona e Brehme calciava il rigore vincente.
ed è con il Guerin che se io so molte delle cose che so di calcio e nozioni storiche particolari è perché le ho lette su quelle pagine.
non so voi bambini di tutto il mondo, ma io ora, nella calura del tardo pomeriggio di una settimana speciale per me, vado a tuffarmi tra le pagine del nuovo numero del Guerin con l’eccitazione che sale (e l’immensa felicità) aspettando domenica e il matrimonio di mia sorella.