l’arte (e la vita) che (ri)fiorisce dalle mani di daniele canonici

Daniele_respirocreativo_extra

daniele canonici è un artista che va “scoperto”.
scoperto nella misura in cui fa parte di quella categoria di artisti che “esistono” e che, se li conosci, te ne innamori, se non li conosci non fanno nulla per far parlare del proprio lavoro.
discreto, silenzioso, quasi restio a presenziare alle sue esposizioni anche per le inaugurazioni di mostre alle quali partecipa, sembra un artista di altri tempi. oggi funziona moltissimo la comunicazione sui social network e tramite internet, blog e quant’altro la rete metta a disposizione e arrivare a conoscere molte cose non rimane poi così difficile. eppure daniele sceglie che sia proprio il suo lavoro a far parlare di sé.
lavoro prezioso peraltro, quello di daniele, perchè spazia dalla fotografia al recupero decorativo degli oggetti come fosse la cosa più naturale del mondo.
quando fotografa, riesce a cogliere gli aspetti di un soggetto che normalmente non vengono mai alla luce e, quando crea, riprende oggetti dismessi e ridà loro nuova vita.
la sua grande passione per il viaggio, attraverso cui trae spunto dall’osservazione dell’esistenza nel suo dispiegarsi semplice e puro, lo porta a operare una trasmutazione del gesto ripetuto, di uno sguardo accennato, di un movimento quasi impercettibile.
i viaggi gli hanno ispirato il titolo di una sua collezione di fotografie ANITYA: IL SENTIERO DI CARTA, spesso esposte, e della quale spiega:

ogni posa, ogni paesaggio, ogni raggio di luce sembrano bloccati dentro ad un astratto concetto di universalità.
è un dono preziosissimo a pensarci bene. Non solo perché queste foto tratteggiano i contorni di un’epoca o di una vicenda degne di essere ricordate, ma perché una piccola, miracolosa stampa, rende “eterna” l’impermanente vita di ogni essere senziente, così come quella del più anonimo, piccolo e apparentemente inutile degli oggetti.

curioso come, sembrerebbe, non ami particolarmente i colori nelle foto. le sue non sono mai un ricordo colorato di ciò che cattura, ma un onesto equilibrio tra luci e ombre, carica emotiva forte che sfocia in un bianco e nero, a volte nitido a volte sgranato, o in un seppia molto caldo.

Daniele da Misticanza

 

così come quando scova oggetti dimenticati, abbandonati, resi polverosi dal tempo e padroni che non ne vedono più l’utilità.
daniele li rielabora, li cura come fossero appena usciti dalla fabbrica o dall’artigiano, li ripulisce e, qui sì, il colore è collega e va a braccetto con lui nel ridare nuova vita a questi oggetti, che sono qualunque cosa, da vecchie abat-jours a tavoli, da sedute da cinema a bauli, da sedie di un tempo passato a separé di parigina memoria.
dice in un’intervista:
“Il mio percorso progettuale è finalizzato a dare nuova vita a vecchi oggetti e arredi, altrimenti dimenticati e distrutti, con l’obiettivo primario di aiutare la natura senza appesantirla con i nostri rifiuti.”
respiro creativo è la pagina facebook sulla quale si può sbirciare la nuova vita di questi oggetti.

ciak

Daniele_respirocreativo_Dream Daniele_respirocreativo_Xe Daniele_respirocreativo_Tea Daniele_respirocreativo_s63 Daniele_respirocreativo_Memo

 

del suo lavoro ne parla anche “l’architetto contemporaneo” (qui l’articolo e qui la pagina facebook della rivista) che è un web e social magazine il cui intento è avere uno sguardo nuovo su architettuta, design e arte e nel farlo guarda alle novità in maniera sana e privo di filtri.

daniele esporrà nuovamente, a torino, alla galleria AccorsiArte dall’8 al 19 luglio visibile da martedì a venerdì dalle 15,30 alle 19,30.
con lui, dino paiano, paolo durandetio, silvia gelli, angelo riccardino e alberto barberis in una mostra di arte contemporanea che affascinerà e coinvolgerà chi avrà la possibilità di esserci e godersi le opere di questi artisti.

foto-3

conoscendolo, mi rimane difficile non mescolare oggettività e soggettività e non svelare qualche aneddoto, ma questo lo posso raccontare.
come me, dani ha esposto da misticanza (ne parlo qui) e, con me, alla biennale del disegno a rimini sulla scia della conclusione dello smiting festival.
la mostra allo spazio GATE si intitolava “eppur si muove” e fu un successo. la vide anche il sindaco di rimini, gnassi, che presenziò all’inaugurazione.
e come tutte le cose che non ci si aspetta, fu un pomeriggio grandioso.
e la mia felicità più grande fu che eravamo tutti lì, noi amici a promuovere l’arte insieme alle ragazze del gate, in un ricordo comune che ci portiamo ancora dentro.
e fui felice. difficilmente lo sono, ma quel pomeriggio lo fui. e per davvero.
e quindi, bambini di tutto il mondo, daniele espone ancora (e spero lo faccia ancora e ancora e ancora) e vale la pena vedere i suoi lavori.
e scrivo questo post cercando di rimanere fedele alle idee di dani e cioè che il suo lavoro parli per lui. e parla. eccome se parla.