“Volevamo Essere Le Spice Girls” è il mio nuovo romanzo a fumetti in lavorazione.
Raccolto insieme prima del secondo trasloco in quattro anni, il primo per lui.
Tra agosto e settembre ho rimesso mano alla mia vita, l’ho chiusa nei cartoni e l’ho spostata di nuovo.
Ma spostare significa trovare.
In questi casi, ritrovare: se stessi, i propri sogni, la propria infanzia, e farne un punto su chi e cosa sono diventata.
Trasloco 08.
Ti osservo.
Corposo, una mole di tavole che ancora non sono finite: molte parti da ripulire, altre da smussare, altre da tagliare totalmente e altre ancora da aggiungere.
Ma non è questo.
È quello che provo guardandoti.
Qualcosa di molto simile all’amore, quello che fa soffrire, che fa gioire, che rende instabili e poi che rende forti.
Chissà come sarai.
Chissà che veste avrai.
Chissà con chi ti pubblicherò.
Chissà se vorranno dividerti, in più libri, oppure lasciarti respirare così, in tutto il tuo peso.
Non lo sappiamo.
Ma sappiamo che non guarderemo più il campo di ulivi, e la vallata, e i Sibillini, laggiù, sulla destra.
Ci sarà lo studio con la parete azzurra ad aspettarci, uno studio nuovo nel quale crescerai.
E ti vedrò vivere.
Nello studio sul campo di ulivi sono nati gli studi per la Chiesa, “Il Giorno Più Bello” e tu, in forma embrionale, e poi concreta, non del tutto definitiva, e tanti, tanti altri progetti e disegni.
Quattro anni della mia ultima produzione.
Tra qualche giorno iniziamo un’altra fase, quella nella quale ti vedrò crescere, e finire.
E poi andare via, pubblicato, e in mani che non sono mie.
Fino ad allora, ancora un po’, qualche altra avventura e, poi, noi.