Napoli – Milan nell’anticipo del 18 novembre 2017 termina 2 – 1, con un buon Milan e un Napoli che ricorda i rossoneri di Sacchi e degli olandesi. Ma in quella squadra giocava anche un trentenne dal ciuffo imbiancato: Pietro Paolo Virdis, che in un Napoli – Milan storico del 1 maggio 1988 segnava e gioiva.
Lontano nel tempo, su un campo dall’erba verde e uno stadio gremito di pubblico, si leva un leggero boato dopo un silenzio assordante: un ragazzo di trent’anni, dal ciuffo già imbiancato e un paio di baffi ad accarezzare anche la curvatura degli angoli della bocca, apre le braccia, sorride gioioso in un urlo liberatorio e rabbioso mentre corre verso la bandierina. Dietro di lui, un giovane attaccante olandese entrato al posto di Roberto Donadoni lo rincorre, e ancora più dietro, nella prospettiva della foto passata alla storia, un difensore del Napoli steso a terra a faccia in giù e il portiere avversario in piedi a metabolizzare quel 1 – 2 appena súbito.
Pietro Paolo Virdis io lo conosco come attaccante a fine carriera; dei suoi trascorsi juventini, della parentesi nell’adorata Cagliari e del ritorno a Torino so poco, pochissimo. Del fatto che sia uomo mercato tempo prima ancor meno. Eppure era un numero 11 longilineo, di corsa e di sostanza: non gli piaceva aspettare il pallone in area, preferiva andargli incontro, cercarlo, anche tenerlo tra i piedi facendo salire la squadra.
Il 1 maggio 1988 il Napoli è primo in classifica, il Milan – il primo Milan di Sacchi, quello degli olandesi e quello fallimentare uscito in ottobre del 1987 dall’Europa contro l’Espanyol – arriva a quella partita secondo proprio dietro il Napoli trasformando quel pomeriggio partenopeo che poteva essere tranquillo e soleggiato, di fatto, nel confronto diretto che potrebbe decidere il campionato.
Il Milan quella partita la vincerà, e vincerà quel campionato.
Virdis finirà la carriera a Lecce prima però di vincere anche la Coppa dei Campioni a Barcellona nello storico 4 – 0 allo Steaua Bucarest.
Molto più vicino nel tempo, qualche ora fa per la precisione, il Milan al San Paolo perde per 2 – 1, giocando abbastanza bene ma sempre medio, di certo non spumeggiante e con giocatori dalle facce pulite e le braccia tatuate. Persino le maglie non ricordano più i colori delle squadre, il bianco del Milan della seconda maglia ci può stare, quella nera/grigia con i pois laterali del Napoli un po’ meno.
Virdis non gioca più da un pezzo, i baffi oggi sono bianchi e i capelli più radi e il Napoli è una signora squadra che al Milan di Virdis richiama molto.
È tutto diverso e cambiato ma per me Napoli – Milan, a prescindere dal risultato, sarà sempre LA partita.