CIAO LONGWEI

Splash page di Long Wei firmata Luca Genovese

premettendo che non lo faccio mai, scrivere una chiamiamola recensione non è propriamente nelle mie corde, a meno che non lo faccia a modo mio, quindi disegnandola o sa la madonna come mi viene in mente di farla.
non credo di avere la competenza tecnica per dire se una vignetta o una gabbia funziona o una sceneggiatura di una serie ha un buon ritmo. in realtà, non mi piace molto il giudizio fine a se stesso. se un fumetto è bello anche se tipo ci sono anatomie sbagliate o prospettive impossibili, per me è bello uguale.
vado molto di pancia.
è vero, amo leggere fumetti, credo di intendermene un po’, amo disegnare e ho la fortuna di fare il lavoro più bello del mondo. che non mi stanca mai. e non è l’amore e l’affetto che mi lega a luca genovese, a luca vanzella e a gianlu maconi e la stima immensa per il lavoro di diego cajelli e LRNZ che mi condiziona nello scrivere queste righe, per cui cercherò di scriverla con l’unica cosa che al momento sento: la sincerità.
è venerdì 20 giugno. questo tardo pomeriggio gioca l’italia alle 18 nella partita decisiva contro IL costa rica (paolo campana apprezzerebbe) e io esco la mattina per gli acquisti vitali del giorno: sigarette e longwei. sorvolando che mi accorgo appena tornata che in casa c’è solo mezza bottiglia d’acqua e ho finito le arance.
la sensazione che provo tenendo in mano le ultime due copie di longwei è un misto di tristezza e sollievo. è come un amico che hai conosciuto e ti è piaciuto tanto conoscerlo che parte e parte per un lungo viaggio senza che tu sappia se lo rivedrai ancora. un’avventura finita, penso, si conclude qualcosa. e per quanto una parte del mio animo romantico ami i bei finali, all’altra dispiace un vallo.
longwei mi ha accompagnato un anno intero in quella che da un anno è la mia nuova vita. in un anno nel quale ho lasciato (felicemente) rimini e mi sono trasferita nelle marche, in un anno nel quale ho sempre comprato due copie covando il regalo di compleanno per la mia migliore amica mina (il 22 giugno riceverà come regalo tutta la serie di longwei più il numero zero autografato da luca g e gianlu mac), un anno nel quale ho disegnato tanto e fatto anche le colonne di una chiesa.
per me, longwei ha significato un po’ di più che forse a semplici lettori.
ho visto la passione con la quale luca g credeva in questo progetto, la sua professionalità nel dare consigli a ste simeone, la sua competenza, lui sì, tecnica.
ho visto il suo aiuto a gianlu per il numero 12 e tante altre cose che rimarranno dentro di me.
la prima volta che compro longwei è all’edicola in piazzale kennedy a rimini. i primi tre numeri mi fanno un po’ impazzire, vado e torno dalle edicole per la non proprio eccellente stampa che raddrizza la mira verso il numero 4, tanto è vero che il ragazzo all’edicola di piazzale kennedy mi rende persino i soldini invece di fare il disonesto.
il fumetto è in classico stile da edicola, pubblicato da editoriale aurea, quello che viene chiamato popolare e che di fatto fa parte della nostra cultura fumettistica,
con sceneggiatori e disegnatori che si alternano. da un’idea di roberto recchioni, troviamo di base la sceneggiatura di diego cajelli con il supporto di stefano ascari (e francesco savino) e con il testimone passato a luca vanzella (e michele monteleone nella traferta romana del personaggio) su disegni dei già citati luca genovese (peraltro curatore dei personaggi) e gianluca maconi e stefano simeone, luca bertelé e patrick macchi, valerio nizi, jean claudio vinci, francesco montarino e la bellissima sorpresa daniele “kota” di nuocolo.
le copertine di LRNZ sono, tra le tante belle cose e i bravi disegnatori, una genialata.

Long Wei copertine di LRNZ  e ammettere sinceramente che piace anche perchè è a tempo determinato, rende longwei una miniserie da avere e collezionare con cura.
la sensazione che ho provato è stata come quando comprai i quattro numeri del batman in bianco e nero edito dalla play press. l’idea di leggere storie disegnate tipo da liberatore e chaykin e otomo, munoz piuttosto che sienkiewicz, bolland e bisley con copertine di moebis, alex ross e miller unita all’idea psicologica dei quattro numeri nella mia testa creava l’idea del cofanetto unico, quell’oggetto piccolo che in realtà è qualcosa di grande.
con longwei è la stessa cosa.
lo guardo in libreria e mi viene da sorridere.
e penso a come sia possibile che tutte le mie amiche con i figli appena nati non lo abbiano comprato per farlo leggere un giorno alle creature. per me è incomprensibile non lasciare un regalo così fondamentale nella vita di quei pargoli, che lo avrebbero letto appena finito di sbavare continuamente e avrebbero ringraziato i genitori per averglielo conservato. pazze.
è anche vero che ci sono le “zie”, non di sangue certo, ma con le quali si divertiranno tanto e che faranno loro leggere dei fumetti bellissimi.
longwei sarà uno di questi.
perché merita di essere letto, perché è avventura e attualità, perché è fatto da nomi che SONO il fumetto italiano, perché è semplicemente bello bello BELLO.
e perdonatemi se ho l’encefalo piatto con il brazuca che ci rimabalza sopra e parafraso la copertina di marca sul “fracaso” della spagna intitolato “the end”.
questo è il mio omaggio, bambini di tutto il mondo, a un personaggio e una serie che mi è piaciuta infinitamente. ed è riduttivo.
semplicemente, ciao longwei.

Omaggio a Long Wei di Mabel Morri