non mollare, questo è il tuo posto (epilogo).

La vita di San Martino - prima parte quasi finita

durante la mostra che tenni alla galleria dell’immagine prima della serata organizzata dallo smiting per lo spettacolo “kid-a”, l’ingegnere giuseppe ferri passeggiava visitando le opere esposte.
quando ritornai in galleria, i ragazzi mi dissero che l’ingegnere aveva lasciato un messaggio per me e desiderava essere richiamato.
giuseppe ferri è un ingegnere pionieristico, ha progettato la nuova chiesa dedicata a don benzi alla grotta rossa di rimini, con un’architettura geniale abbattendo le canoniche regole che concepiscono la costruzione di una chiesa che richiedono forzatamente navata centrale e colonne e navate laterali.
a forma di anfiteatro con l’altare come palcoscenico, la funzione del parroco si tiene sotto un oblò di luce potente. il tutto abbellito da illustrazioni stampate a muro di un certo ivo milazzo.
peraltro, fuori dalla chiesa campeggia una statua dedicata a don benzi di rara bellezza.
giuseppe ferri è anche colui che ristrutturò la chiesa di san martino in riparotta di don danilo, anch’egli parroco all’avanguardia.
scritto così in effetti fa un po’ ridere, pensare a un parroco all’avanguardia da quanto siamo mediaticamente saturi dallo stereotipo del “prete”. però, fu ferri che propose a don danilo di abbellire la sua chiesa con un soffitto dipinto da eron davide salvadei, graffittaro famosissimo in quel di rimini per quel suo dello spray della bomboletta così raffinato ed esteticamente piacevole, e Danilo accettò!
già di per sé blasfemo, pensare a uno che di notte scavalcava i muri di cinta della stazione e usava come foglio i vagoni di un treno entrare in chiesa e farne in realtà un capolavoro.
venne talmente bene che si dovette ricredere persino il capo dei capi della commissione di arti sacre che sosteneva che i muri delle chiese dovessero rimanere bianche e intonse per il richiamo alla purezza e autorità che fa tanto chiesa.
a me proposero qualcosa di altrettanto innovativo e di per se una figata pazzesca.
sulle colonne che davano sulla navata centrale, disegnare la storia di san martino a fumetti. si tratta di due degli avvenimenti più importanti della vita del santo, illustrati da me in una sorta di sceneggiatura muta, solo con la potenza delle immagini.
quella che vedete sopra è ciò che in parte vedrete.
naturalmente, le immagini sono tutte colorate e se volete vederle in tutta la loro bellezza, tocca che, bambini di tutto il mondo, prendiate la macchinina e almeno la sera della vigilia magari scegliete questa chiesa per la messa di natale.
se ci penso, l’ingegnere e il parroco hanno semplicemente ripreso ciò che da secoli si faceva nelle chiese, ciò che ci ha regalato capolavori che tutto il mondo ci invidia (cappella sistina, michelangelo… avete presente?).
per la primavera entrambi i lati della navata centrale avranno le mie illustrazioni sulle colonne.
e a maggio, già la immagino, la chiesa, mentre si celebrano comunioni e cresime, e matrimoni.
il soffitto di eron dall’alto e le mie colonne a colori.
cioè.

su “chiamami città”, lorella barlaam mi ha intervistato per raccontare il progetto: leggi l’articolo qui.

 

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