il FUMETTO in chiesa

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conosco sonia mariotti durante la presentazione della mostra ti amo da vivere tenutasi allo spazio gate in autunno, a rimini. ti amo da vivere è stato un bel progetto che ha coinvolto diversi artisti, tra scrittrici e fotografi e il cui tema principale era quantomai attuale, la violenza contro le donne e la ricerca di un linguaggio di sensibilizzazione che potesse far capire al meglio il problema.
c’è sempre stato e continua a esserci.
per anni c’è stato il silenzio.

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poi è arrivata la necessità di condividerla, di far conoscere il problema, di sensibilizzare la gente (spesso lontana da certe problematiche), e di tentare di cercarne una soluzione. ti amo da vivere è nata per questo, con le splendide fotografie di christian zanzani che nel loro bianco e nero sgranato hanno centrato in pieno la desolazione e il vuoto nel sertirsi sole dopo la violenza.
ci sono state anche presentazioni di libri nella scenografia creata dalle foto di christian, ospitate dallo spazio gate.
sonia mariotti lo gestisce con l’organizzazione cambia-menti, faro importante nella cultura riminese.
il gate è ricavato in una delle zone più vecchie del centro storico di rimini, a pochi metri dalla domus, la casa del chirurgo, emersa sotto i conosciutissimi giardini ferrari meta di tutti noi bambini che siamo cresciuti a rimini.
tutti noi ricordiamo quello che ci sembrava un giardino enorme, con la vasca dei pesci rossi davanti alla gelateria romana (tutt’oggi esistente trentotto anni dopo) e vicino allo storico bar ferrari (anch’esso ancora esistente).
tutti noi ci siamo sporti dalla ringhiera con il babbo e la mamma che ci dicevano di stare attenti a guardare la pace di quei pesciolini rossi, cercando di individuare quello più grosso.
tutti noi abbiamo giocato e abbiamo imparato ad andare in bicicletta in quei giardini.
e se non proprio tutti, almeno molti di noi.
il gate si apre poco dopo, a metà di via luigi tonini, in un blocco di casette ataviche che sono lì da quando ho memoria.
sistemato con accorte migliorie è uno spazio dal sapore antico, composto di un’unica sala dalle pareti miste di pannelli bianchi e mattoni a vista e un pavimento che fa venir voglia di catapultarsi negli anni settanta (perchè quei pavimenti lì anche se sono più vecchi, richiamano nostalgicamente e romanticamente alle case dei nonni che non ci sono più e ai settanta perchè eravamo bambini in quegli anni) si affaccia sul museo della città.
io e sonia, durante la presentazione di ti amo da vivere, parliamo e scopre la mia commissione, disegnare due degli avvenimenti storici nella vita di san martino.
le racconto degli incontri con don danilo e l’ingegnere giuseppe ferri dalla sceneggiatura delle immagini alla realizzazione, nel creare una lettura armonica su fondamentalmente tre lati delle colonne e la difficoltà di rendere fluido un metodo narrativo che possa sopravvivere anche senza qualche immagine (non siamo tutti superman che guardiamo oltre i muri) e la difficoltà di convincere la commissione delle arti sacre nel dire sì a un’arte lontana e che c’è sempre stata in chiesa, ossia il fumetto.
arte e mezzo narrativo in prepotente ascesa, il fumetto si è impantanato nello stereotipo della lettura per bambini e ragazzi mentre sono anni, anni e anni, e ancora anni, che alla luce dei fatti e della STORIA, il fumetto è oggi un’arte seria, serissima, che merita riconoscimento e rispetto.
raccontavo a sonia che mi hanno permesso di portarlo in chiesa, dove umberto eco in un suo famosissimo articolo sostiene sia nato il fumetto come mezzo espressivo, nella successione delle immagini e della necessità di una sceneggiatura (ancora oggi esistono dibattiti sulla questione che se una scena è muta lo sceneggiatore non serve, anzi a maggior ragione serve e forse ne abbiamo avuti di troppo bravi se ancora oggi si pensa che una sequenza muta non debba essere scritta).
raccontavo a sonia come invece il fumetto sia sempre esistito, da sempre. dove ci si volta c’è una storia che è stata raccontata, immagini legate a essa, che ne fanno una vignetta anche nella nostra memoria con ricordi inquadrati e contornati da un rettangolo nero. lo stesso tendone dove proiettano un film È una vignetta enorme.
opinabile forse questo mio pensiero o forse io sono troppo innamorata del meraviglioso lavoro che faccio e che ho la fortuna di fare.
e poi è sonia che mi propone una mostra per parlare di tutto questo, mentre alla chiesa di san martino in riparotta è già visibile la prima scena montata sulle colonne.

e ne parleremo sabato 28 dicembre 2013, dalle ore 18 allo spazio gate.
la mostra rimarrà visitabile fino al 6 gennaio 2014 dalle ore 16 alle ore 20.
orgogliosamente, con immensa (strano per me) soddisfazione, con una discreta emozione che mi impongo di trattenere, ne parleremo sabato 28 dalle ore 18.
ingresso libero e con aperitivo.

se vi va, noi bambini di tutto il mondo, siamo là al gate.

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