Un giorno la racconteremo come merita (Milan – Juventus Womens, Stadio Meazza in San Siro, lunedì 5 ottobre 2020)

Terzo pezzo per la mia rubrica Play du jour per la rivista Quasi.

Domenica, ore 19,27.

Le vedi sorridenti nonostante la mascherina nera con lo stemma del Milan sul lato.
Distanziamento fisico necessario, oltre la singola poltrona, vestite con la camicia bianca e la giacca nera, la divisa casual della squadra, le ragazze osservavano i colleghi del Milan maschile affaticati dalla pioggia scesa copiosa sul campo dello Stadio Giuseppe Meazza in San Siro. Un gioco, quello dell’allenatore Stefano Pioli a volte macchinoso, ma alla lunga efficace. La squadra sta bene, è evidente, nonostante la quarantena di Zlatan Ibrahimovic, l’ariete, il campione che sotto la sua ala di professionista con la P maiuscola, ha fatto crescere ragazzi spesso confusi, qualche volta persi, poco focalizzati su un obiettivo comune ma solo perché nessuno glielo aveva insegnato.
Com’è verde l’erba del campo di San Siro.
Ha avuto inverni freddi e fangosi, con chiazze imbarazzanti nell’area piccola del portiere e intorno al dischetto del calcio di rigore. Ha avuto le reti nere quando il terzo anello non era stato ancora costruito. Ha avuto manutenzione costante, San Siro, specie negli anni a metà del decennio quando nel 2015 Milano, capitale dell’EXPO, è diventata la Milano che pre pandemia abbiamo imparato a conoscere.

Lunedì, ore 13,14.

E’ un lunedì di sole nella città di mare nella quale vivo.
E’ lunedì 5 ottobre 2020.
Il campionato maschile ha qualche problema: i positivi del Genoa hanno complicato le cose allargando il contagio a qualche giocatore e qualche membro dello staff del Napoli, oltre ai positivi di altre squadre che spuntano come funghi e la Lega calcistica, a mio avviso, ha sbagliato programmi, decisioni e regolamenti. Ha dato evidentemente per scontato una serie di circostanze e di conseguenze e non ha pensato di ricavare tempo per i recuperi che inevitabilmente ci saranno causa sospensione delle partite.
Il calcio femminile appare più cauto e attento.
La Nazionale femminile non ha giocato al Castellani di Empoli la partita contro Israele, caduta in un nuovo lockdown, e il campionato prosegue tra infortuni, sorprese e certezze. Assomiglia a quello dei primi anni ‘80 nel maschile, ma senza le scommesse: quello nel quale l’ossatura della Nazionale era il blocco juventino con felici innesti di campioni di altre squadre. Il che è un bel sperare, anche se già si nota il progetto di Milena Bertolini, CT della femminile, che alle “Ragazze Mondiali” (quelle che ci ricorderemo per generazioni, quelle che hanno giocato il Mondiale di Francia 2019 vent’anni dopo l’ultima apparizione nella quale, per dire, giocava ancora Carolina Morace e la stessa Bertolini) sta inserendo piano piano le nuove leve, quelle giocatrici cioè per cui giocare a pallone non è più solo una scelta tra studio e divertimento, ma è diventato lavoro.
Il calcio femminile il 5 ottobre festeggia un evento incredibile.
Ci avevano già provato domenica 24 marzo 2019 con Juventus – Fiorentina all’Allianz Stadium di Torino, big match del 19° turno e sold out prezioso.
Ci riprovano oggi con Milan – Juventus in un mondo colpito duramente dalla pandemia e con appena 1000 spettatori.
Sarà comunque storico, sarà comunque importante per il movimento.
Un movimento che mi ha vista tra le sua fila e che ha buttato via generazioni di ragazze oggi donne per le quali giocare a San Siro era pura utopia.

Lunedì, ore 20,45.

L’emozione è vibrante.
Gli occhi lucidi delle ragazze sono fari umani di fronte all’abitudine del maschile di essere inscalfibili robot.
Se dicessi che mi importa del risultato priverei questo evento dell’epocalità che gli spetta. Epocalità inteso come riconoscimento di un vuoto, di un’assenza (che va colmata) come la Kulturphilosophie insegna.
Certo che il risultato mi interessa, Per Sempre Milan ovviamente ma è già storia, questa partita.
E’ storia che il Milan nasca dall’acquisto del titolo sportivo del Brescia, il quale insieme al Mozzanica (zona Bergamo) e al Tavagnacco (zona Verona) erano le squadre storiche del vecchio campionato femminile. La Juventus invece ha comprato quello del Cuneo e ha portato in squadra il meglio delle giocatrici italiane. Che prima giocavano nel Brescia, che a sua volta era il meglio. Anche se la prima società a credere nel femminile va sempre ricordato essere la Fiorentina dei Della Valle prima della vendita della società all’americano Commisso, i quali per primi hanno creduto al movimento delle ragazze.
Le immagini della storia ce le lasceranno, le capitane Giacinti e Salvai (Sara Gama, capitano della Juve e della Nazionale è infortunata) e gli arbitri con sfondo primo anello distinti poltroncine arancioni, quelle a favore di telecamere.

Lunedì, ore 21,05

La partita.
Emozioni, merletti, interviste felici e motivate a parte, la partita è quella dei calci sugli stinchi, delle ripartenze e dei pestoni in area di rigore che causano il rigore segnato da Cristiana Girelli ad appena il minuto 10 del primo tempo.
La Juventus gioca a memoria, il Milan ha una manovra un pelino più confusa, spesso allungata e con buchi preoccupanti mentre la Juve riesce ad avere sempre una giocatrice libera che si materializza non si sa come.
Maurizio Ganz, allenatore rossonero, conosce benissimo il campo di San Siro. Ci ha giocato con Inter e Milan ed era uno di quegli attaccanti piccoletti, veloci e fastidiosi che, si infilavano dappertutto in mezzo all’area o sul filo del fuorigioco e che segnavano sempre. Da allenatore, ha il rituale di togliersi la giacca, anche in inverno, il quale gesto non è mai un bel segnale per le sue ragazze. Lo fa al 27° del primo tempo mentre cammina nervosamente nell’area tecnica.
Nel frattempo, in tutto questo, Valentina Cernoia, numero 7 della Juventus, ha un sinistro e un’intelligenza tattica che non stupendo più continua a lasciare increduli mentre Cecilia Salvai, difensore centrale coriaceo, torna in forma strepitosa dopo un bruttissimo infortunio che le ha fatto perdere il Mondiale del 2019.
Il Milan gioca, la Juve fa la Juve e l’1 – 0 non si schioda.

Lunedì, ore 22,54

Di solito a quest’ora ci si immagina le code lunghe del deflusso dei tifosi dallo stadio che tornano a casa o di chi si ferma a bere ancora una birra. Ma potrebbe non essere facile trovarne uno aperto sul tardi con l’arrivo del nuovo DPCM per l’emergenza sanitaria e, in ogni caso, i primi sbadigli storpiano il volto e c’è tempo solo per leggere qualche pagina di un libro prima di addormentarsi.
Su Sky Sport continuano le interviste, blablabla su condizione fisica, meccanismi di gioco non ancora oliati e giocatrici nuove da integrare.
Si chiude anche la sessione estiva del calciomercato e l’hashtag MilanJuventus è già sparito dalla tendenze di Twitter.
E’ già il giorno nuovo.
Ma un giorno, quello del futuro, Milan – Juventus Womens a San Siro la racconteremo come merita.

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