Aspettando Juve – Inter.
Sottotitolo: “Storie e pensieri, sul calcio e i calciatori di una volta (o quantomeno quelli che mi ricordano la mia infanzia)”.
Se penso a Beniamino Vignola lo confondevo sempre con Massimo Bonini. Non era come oggi con i nomi sulle maglie, all’epoca i giocatori li si conosceva davvero fisionomicamente altrimenti erano guai, soprattutto per i tele e radio cronisti.
Se penso a Beniamino Vignola me lo ricordo sempre con la seconda maglia della Juve, quella maglia gialla riproposta da Adidas nella stagione 2017/18.
Se penso a Beniamino Vignola ricordo il gol nella finale di Coppa delle Coppe 1983/84 contro il Porto a Basilea e un suo assist a Boniek per il 2 – 1 definitivo.
Indossavano la maglia gialla, quella sera di maggio in Svizzera, la Juve campione.
Lo volle “Il Professore” Platini: tutti pensavano che avrebbe fatto la riserva e invece…, e invece divenne titolare di quella Juve.
Mezzala di qualità e quantità, piedi buoni, forse un sentore del “avrebbe potuto meritare di più” – e per far capire quanto fosse preso in considerazione dai campioni di quella Juventus -, da un’intervista al Guerin Sportivo: “Adesso ti butto lì una data: 1 aprile 1984, al Comunale di Firenze si gioca Juventus – Fiorentina.”
“Ed io quel giorno ho il dieci sulle spalle. Ed era la prima volta. Il “Professore” aveva la febbre. Timori? Be’, insomma. Sostituire Michel non è semplice. Sentivo di avere la fiducia di tutti. Fu molto bella l’intervista nel prepartita di Tardelli. Giampiero Galeazzi gli fa notare che alla Juve manca Platini e lui risponde: “C’è Vignola”.”
Ecco chi era Beniamino Vignola.