A volte le giornate di lavoro non sono esattamente perfette e a volte risultano inconcludenti.
Il mio “come sto”.
Questa sono io alle otto meno dieci di ieri sera, quando, soppesando il lavoro svolto nell’arco della giornata, ho capito di aver letteralmente buttato alle ortiche tutte quelle ore al tavolo da disegno.
Me stessa atta a rivolgere silenziosamente un turpiloquio d’altri tempi al cielo. Non c’entra il cielo in quanto tale religiosamente parlando, è deformazione calcistica, come un giocatore che sbaglia un gol.
Sono mesi che, parallelamente al fumetto nuovo, sto sperimentando una tecnica che nella mia testa funziona benissimo tranne che sulla carta.
Non mi era mai capitato di rifare e rifare metodicamente, quasi a incagliarsi, come un’onda testarda contro la scogliera, scene, tavole, dialoghi, tutto via per rifarlo il giorno dopo.
Ora mi ascolto i podcast sul calcio.
Non sia mai che mi rissollevi il morale.