Molte di queste tavole saranno da cambiare

“Volevamo Essere Le Spice Girls” è il mio nuovo romanzo a fumetti.
È in lavorazione, ne sto dando un senso e una forma.
E i libri di Giorgio Bassani, finalmente, saranno presenti.

Molte di queste tavole saranno da cambiare.
Non perché non vadano bene tecnicamente, ma perché io le guardo e mi dico che le posso fare meglio.
Come una parte che sto rifacendo adesso, tra pizzichi e bocconi, fiere e presentazioni, e la cui concentrazione necessaria alla prima partita si volatilizza.
L’ho sfogliata, e ciò che mi è parso chiaro è stato il rancore di uno dei personaggi che si evince dalle espressioni, dal testo, dalla postura, dai respiri silenziosi.
Non va bene.
A questo punto del fumetto, Barbara dovrebbe essere non dico in pace ma almeno consapevole di ciò che ha accettato.
Con Barbara ho fatto fatica; in alcuni punti del romanzo a fumetti sembra che debba reggere un peso troppo grande per l’enormità che è la storia.
Ma non è solo questo.
È l’accettazione di cui sopra. È il farla trasparire. È il crederci, per me e per lei.
Curioso poi come non basti solo il personaggio che funziona ma l’autore che ne è convinto e consapevole dell’aura che sta dando, a sua volta, al personaggio.
E poi c’è lui, Giorgio Bassani, una delle tante cose – curiose, da raccontare, in quei risvolti dello spazio bianco – che metto sempre nelle mie storie, del suo significato, per me e per le mie protagoniste.
Giorgio Bassani ritorna sempre. Nella mia vita, in più fasi di essa, e adesso lo omaggio in un mio fumetto.
Per ciò che mi ha lasciato.
Per ciò che mi ha insegnato (a scrivere, a usare bene la malinconia, ad accettare l’ineluttabile).
Per ciò che volevo poi essere io da adulta, io da autrice.
Il fumetto è qui, “Volevamo Essere Le Spice Girls” è qui, in tutta la sua mole.
Non vedo l’ora di vedere come vieni.

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