È trascorso un anno dall’uscita del mio fumetto “Il giorno più bello” per Rizzoli Lizard. Il 9 febbraio 2017 usciva ufficialmente in tutte le librerie e fumisterie italiane. Buon anniversario caro.
Era in un’altra casa.
Un altro panorama, il campo di ulivi e la vallata, e poi fumavo.
Non penso più alla vecchia casa in paese, non penso più allo studio dov’è nato il fumetto.
Se penso a dove sono nati gli altri, anche quelle case non esistono più.
Ma esiste la sensazione che avevo e che ricordo quando finivo la giornata: una soddisfazione rara che durava il tempo di una notte, per poi ricominciare dubbiosa e ipercritica il giorno dopo. Però che gioia: la stessa che ho cercato di mettere nella storia.
A volte capita che manchino i personaggi. L’ho già scritto: non mi mancano Vane, Gio e Tina; un po’ perché ho la testa su Emma, Bibi, Nietta e le altre, su altre storie e altri personaggi, e anche su una scarpa, un po’ perché per me sono ancora lì, a scendere in spiaggia, davanti allo Ionio, a godersi le spiagge di San Pietro in Bevagna, a mangiare pasticciotti e a godersi l’estate. La musica anche, che non riuscivo a trovare qualche giorno fa: Jose Luis Encina, la sua “Remolino”, mentre le ragazze sentono la brezza nei capelli.
Me lo chiedo come stanno.
Mi chiedo come va nella bella cucina di Eva (e quanto mi è piaciuto disegnarla).
Il bimbo di Tina?
Gio come va con Fabio?
Vane regge?
È passato un anno da quando “Il Giorno Più Bello” è uscito nelle librerie e fumetterie.
L’ho sfogliato oggi nel fotografarlo, dopo tanto tempo.
Un anno fa ero a New York, in quel gelo per cui tremo ancora a ricordarlo, ed eri con me.
Lo sei anche oggi, in modo diverso.
Ti vorrò sempre bene.