per te pulcino

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faccio una pausa nella mattina di lettura, pensieri, stretching e camminata.
su radio deejay c’è carmen consoli come ospite e stanno trasmettendo le canzoni del suo nuovo album, acclamato qui in italia da tutti i suoi ascoltatori per il gradito ritorno dopo credo quasi quattro anni.
dalla finestra del mio nuovo studio, una pioggerella fine bagna le stradine di campagna.
non abito più a rimini, pulcino peruviano. adesso abito nelle marche, in un piccolo paesino distante un’ora da quella rimini che abbiamo vissuto insieme. è tanto diversa, sai? in molti momenti non la riconosco più.
abito con l’ila che ancora non conosci. sente tanto parlare di te anche dalle altre (che vedo poco purtroppo ma parlo quotidianamente con la mina) e le ho letto il link che mi hai mandato su ciò che stai facendo, là in perù, dall’altra parte del mondo.
ogni giorno osservo il campo di ulivi e la vallata che si estende fino alle colline. dall’altro balcone vediamo il mare.
chissà invece quello che vedi tu ogni giorno.
hai visto così tanto del mondo che penso non ti sorprendano quei colori caldi che da qui sembra il perù: un paese dai colori accesi, dal sole caldo, dal sorriso della gente nonostante le difficoltà. e la sua musica così caratteristica. anche se mi affascinano da matti i lama. sono belli? sputano davvero? hanno davvero quell’espressione da cocale? e i poncho peruviani sono davvero così caldi?
chissà come sei diventato, se hai ancora la barba, se hai qualche ruga in più. pulcino sei pulcino, quindi mi preoccupa poco l’aspetto fisico. il tuo essere sta volando da tanto.
il principio di bernoulli dice che per volare gli uccelli necessitano di ali adatte, giusta pressione e di una corretta angolazione. tu hai sempre avuto le ali. ogni volta che lo sento citare penso a te.
io invecchio. felicemente. ho i capelli grigi e non me li tingo più. sono ingrassata un po’ e ciclicamente la schiena mi fa un male del signore e allora devo fare gli impacchi di ghiaccio, stretching e le camminate. guardo sempre tanto calcio, leggo ancora la gazzetta e tante cose sono cambiate e tante rimaste uguali. e non gioco più a pallone. il fisico non lo regge più. pace.
sul comodino ho l’ultimo libro di eugenides, l’autore de “le vergini suicide”. ne leggo qualche pagina ogni sera prima di addormentarmi. adesso sono nella mia fase libri, fumetti pochi, ci sono ma ne leggo e ne compro pochi. fasi. e sono in attesa di iniziare il temutissimo “ulisse” di joyce.
il mio tutino da casa è tipo un pigiamino in pile di star wars, con la maschera di darth vader bianco su nero ripetuta. sopra indosso o una felpa o un maglioncino di quelli che hai da tanto nell’armadio e che non si sa perché diventa o decidi di farlo diventare uno di quegli indumenti con il quale nessuno fuori casa ti vedrà mai. tipo una è la felpa bianca con il cappuccio di quando facevamo la stagione insieme al basilico, quella con la scritta ricamata color oro.
adesso disegno, vivo del lavoro che sognavo di fare, e insegno disegno ai bambini.
lo so, con quest’ultima definizione potrebbe scatenarsi qualcosa di apocalittico, eppure, sembra incredibile, ma sto amando quei bimbi. insegno loro ogni lunedì, alla biblioteca di gatteo dove l’assessore alla cultura desiderava tanto che insegnassi. così, è nata la collaborazione. i bimbi sono fantastici, mi riempiono di una gioia immensa e l’idea di lasciare loro qualcosa mi stimola tantissimo. lo vedo in me, nel preparare le lezioni e semplificare il più possibile i concetti. hanno tutta la vita per sentirsi dire come si chiama una cosa e doverla fare: io cerco di insegnare con il sorriso, facendoli disegnare il più possibile, correggendoli. e quando loro si alzano, alla fine dell’ora concessami, lo hanno, quel sorriso. importa poco che diventino bravi, come ogni cosa anche il disegno ha bisogno di disciplina e costanza, l’importante è che siano felici. ecco. semplicemente.
chissà se lo provi anche tu.
ti ricordi la presentazione di “naboo” all’interno4? sei stato tu a suggerirmi le carote insieme al vino. che figata di presentazione. la migliore fatta in tutti questi anni. e c’eri anche tu.
ti dedico queste righe pulcino peruviano.
quando guardo come va il blog dal mondo, c’è il perù che sta vertiginosamente scalando la classifica. e sei sempre tu. mi indica anche il luogo. l’ultima volta mi dava un distretto di lima. lo dicevo all’ila e poi: è il pulcino! è il pulcino che mi legge dal perù!
quante ne abbiamo vissute…ma quante?
gli anni alla casina, al basilico, le serate insieme, le gatte…quando hai cucinato il risotto alla trevigiana da bisteccone, la casa d’angolo sul porto dove non so quante vite sono passate. mi capita ancora di osservare quel balcone quando sono a rimini e passo in quell’incrocio.
sai che adesso c’è una rotonda? non ci sono più i semafori e hanno rifatto anche il ponte di via colletti e l’asfalto è tutto nuovo e scuro.
io e la mina abbiamo beccato alvise alla fiera dei becchi a santarcangelo. ci abbiamo messo due giorni a ricordarci come si chiamava. ci ripetevamo: dai…! l’amico di vanni! e giù a spremerci le meningi. alvise, non ci veniva proprio.
la mina adesso abita a ravenna e convive con un bravissimo ragazzo, thomas, detto tomino. mino e tomino: perfetti.
joshino si sposa e a me tocca dimagrire per entrare nell’abito da damigella.
la seri ha un bimbo ed è sempre la seri.
continua a piovere.
io riprendo a disegnare, a pranzo mi guarderò studiosport su italia1 e poi questa settimana c’è la coppa italia, che, ovviamente, mi sparo tutta. questa sera c’è roma – empoli alle 21 e io ho invitato una nostra amica che ho ribattezzato pelino. lo sai che quando qualcuno entra nella mia quotidianità trascende dal suo nome nella vita, o quantomeno quello anagrafico.
chissà cosa guardi tu invece. chissà poi se hai la tv. non ti è mai piaciuta tanto.
ho sempre apprezzato questo tuo modo di vivere la vita non influenzato da social, tv e pugnette varie.
hai sempre VISSUTO la tua vita. pienamente, totalmente, respirandola come pochissimi.
quando poi mi sei passato da tutta l’asia non sapevo più come chiamarti: pulcino indonesiano, pulcino cambogiano, pulcino thailandese, pulcino cinese, pulcino laos…sul laos avevo qualche difficoltà. poi mi sei diventato pulcino brasiliano e boliviano.
e adesso mi sei un adorato pulcino peruviano.
che tu possa essere felice vanni. qualunque cosa tu decida di fare, ovunque le tue ali ti porteranno.
la vita ci riporterà a guardarci ancora negli occhi.
e se questo blog mi serve per non perderti ancora, che sia. frega il cazzo se leggono cosine che non dovrebbero sapere.
per te pulcino.
mi manchi.

 

2 Comments

  • demivanni

    a me è scesa la lacrimuccia..ke bello..splendidi immensi ricordi che sempre viaggiano nelle mie ali..
    questo blog è un sogno..è come stare seduti nelle scalette di casa morri la sera con i profumi dell’estate..
    ..paesaggi infiniti..sempre senza tv in casa..gazzetta online..le partite le vedo in polleria..sera con Gabo e ora anche con Naboo..indimenticabile presentazione..
    ..e ke carini mino e tomino..
    ..al ritorno appuntamento il lunedi a gatteo..da veri pulcini..

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