il cielo è greve.
minaccia pioggia da un momento all’altro e qualche goccia ci prova anche a scendere.
il vento sferza l’aria, aria che non è diaccia ma nemmeno dolce. è l’aria di febbraio, quella che sai che il peggio è passato e la primavera è dietro l’angolo, quella che non ti spaventa più. certo, sempre coperti, ma non da guanti per come sono freddolosa io che in inverno andrei in letargo in uno di quei sacchi a pelo che tengono caldo oltre il meno zero.
è un lunedì come i miei lunedì di un tempo, quelli nei quali passeggiavo per rimini e la osservavo nei suoi piccoli cambiamenti.
bevo il caffè nel mio baretto di sempre, quel mr.jones vicino alla salagiochi central park che è stata la scenografia di tante domeniche pomeriggio, una scorsa ai quotidiani e alla gazzetta e, poi, ne approfitto per una passeggiata.
la stradina è quella che in bicicletta ho percorso talmente tante volte che se ne si è persa la memoria. mi salutano i muretti, i sampietrini, persino i segnaposti delle auto dell’albergo a sinistra. è una di quelle vie che avevano un suo nome ma oggi è abbinato a un film di federico fellini perché una scellerata toponomastica ha cambiato il senso dei nomi e perché il comune si è ricordato di federico fellini solo molto dopo la sua dipartita. nessuno è profeta in patria, dicono. Continue reading