“Il Giorno Più Bello” e il Corriere di Romagna

Chiudo gli occhi.
Torno alle domeniche mattina con le mie amiche al Bar Vecchi a Rimini, quello vicino al Ponte di Tiberio, quello che nelle belle giornate di sole – vicino alla primavera e nel primo autunno delle estati appena passate -, si riempiva talmente che era difficile trovare un tavolino libero.
In “Io e Te su Naboo” è il bar nel quale Manu racconta a Cecilia del pavone e della struttura del Ponte, per esempio. Continue reading

vent’anni di Casina del Bosco

casina-copertina

era il 1995 quando Aris Guidi riprese la vecchia entrata della balera estiva “casina del bosco” di cui ho un vaghissimo ricordo infantile e la trasformò in quello che oggi è uno dei luoghi del ristoro riminese più classico della classica piadina prosciutto crudo-rucola-squacquerone.
nata come azienda familiare, caratteristica tipica dell’italianità, lo è tuttora mescolando un prodotto casereccio con un ambiente che, quando ci si siede, fa sentire davvero a casa. i ragazzi sono sempre gentili e gli stessi riminesi (gente che non si frega e che, come in ogni città, se in un posto non si mangia bene sicuro che non lo frequentano più) ne assaporano la buona piada e continuano a venirci lasciandosi trasportare nel sole estivo.
l’ho sempre pensato: quando riapre la “casina” arriva l’estate, è uno di quei posti che fa estate.
io ho passato sei anni della mia vita lì dentro, prima che si decidesse per il restyling, oggi così moderno e bianco. ritrovo ogni tanto, osservandomi intorno, alcune cose che c’erano allora, come le sedie più che vecchie vissute e che vengono riutilizzate alla bisogna.
in quelle stagioni ho conosciuto un vallo di persone e dei ragazzi che lavoravano allora, oggi ci sono Diego e la Fra che già nel 2001 lavoravano con me. ha questo la “casina”, fidelizza. Continue reading

domenica è sempre domenica (una passeggiata nel sole domenicale alla ricerca dei murales di Eron tra rimini e riccione)

eron-sottopasso-riccione7
la sveglia avrebbe dovuto suonare alle 8,30. ma non lo ha mai fatto. per i ritmi della settimana, anno dopo anno, la sveglia è entrata in testa e si aprono gli occhi prima del suono malefico.
una volta, per rendere questo momento un po’ più accettabile avevo usato una canzone che mi piaceva tantissimo. sarà stato che non era proprio un bel periodo, ma oggi la odio. magari riesco anche ad ascoltarla, ma è automatico il collegamento cerebrale a quelli anni. e mi ritorna su la furia. così, per non odiare altre canzoni che mi piacciono, uso una frequenza radio a caso. male che vada, sarà la voce di quel povero deejay il capro espiatorio di risvegli anticipati e indesiderati.
è domenica. una domenica di sole splendente. Continue reading

rimini, lunedì 23 febbraio 2015

il cielo è greve.
minaccia pioggia da un momento all’altro e qualche goccia ci prova anche a scendere.
il vento sferza l’aria, aria che non è diaccia ma nemmeno dolce. è l’aria di febbraio, quella che sai che il peggio è passato e la primavera è dietro l’angolo, quella che non ti spaventa più. certo, sempre coperti, ma non da guanti per come sono freddolosa io che in inverno andrei in letargo in uno di quei sacchi a pelo che tengono caldo oltre il meno zero.
è un lunedì come i miei lunedì di un tempo, quelli nei quali passeggiavo per rimini e la osservavo nei suoi piccoli cambiamenti.
bevo il caffè nel mio baretto di sempre, quel mr.jones vicino alla salagiochi central park che è stata la scenografia di tante domeniche pomeriggio, una scorsa ai quotidiani e alla gazzetta e, poi, ne approfitto per una passeggiata.
la stradina è quella che in bicicletta ho percorso talmente tante volte che se ne si è persa la memoria. mi salutano i muretti, i sampietrini, persino i segnaposti delle auto dell’albergo a sinistra. è una di quelle vie che avevano un suo nome ma oggi è abbinato a un film di federico fellini perché una scellerata toponomastica ha cambiato il senso dei nomi e perché il comune si è ricordato di federico fellini solo molto dopo la sua dipartita. nessuno è profeta in patria, dicono. Continue reading

la notte di san lorenzo

Cartolina Gatteo

per i riminesi, gatteo e gatteo a mare sono un unico paese.
e invece no.
gatteo a mare è una ridente cittadina marittima che in bicicletta si gira tutta e con una sua quotidianità e le sue abitudini.
gatteo è a quasi dodici chilometri verso l’entroterra e assomiglia a tantissimi paesini sconosciuti e diversi tra loro nei quali ci si trova per caso sbagliando strada e ci si ritrova a scoprire un gioiellino inaspettato.
una chiesa, una biblioteca, una piazza centrale, un corso dove passeggiare, il bar sport vicino alla statale ma raggiungibile a piedi, gatteo è il paese dei nonni. qualcosa di lontano, quasi dimenticato nella memoria, eppure è ancora lì, a ricordare le sagre estive e dalla quale non è poi così lontano trovare un prato dove stendersi per guardare le stelle la notte di san lorenzo.
e infatti l’ho chiamata così, la mostra che terrò alla biblioteca comunale di gatteo, “una parte di cielo”, proprio perché la mostra cadrà durante la festa di san lorenzo. gatteo indosserà il vestito buono, la biblioteca sarà aperta e le poche vie si riempiranno di magia.
chi di voi non lo ha mai fatto, stendere un telo sull’erba la notte del 10 agosto e fare a gara con gli amici per chi vedeva più stelle cadenti? Continue reading