Le magliette dell’Hard Rock Cafè

All’inizio dell’estate mi domandavo dove fossero finite le magliette dell’Hard Rock Cafè, non vedevo più nessuno che le indossasse: che fosse esaurita la moda?, che se ne comprassero meno?, che l’Hard Rock Cafè non godesse più dello stesso fascino dei decenni passati?
A fine estate ho ricevuto risposta.

Eccone un altro.
Un ragazzino su una bicicletta che vanno di moda da un paio d’estati, dalle ruote piccole e sella e manubrio alti, ‘che se eravamo ancora a fine anni ’80 si veniva derisi per la bici della nonna la cui Graziella, marca storica, è stata riscoperta ed elevata a un simbolo vintage. Anche in un libro edito dalla Salani – nella marea di libri simili dopo il fragoroso successo commerciale delle “Favole per la buonanotte di bambine ribelli” e purtroppo, pur con le migliori intenzioni, non riuscitissimi – c’è un’illustrazione di Paolo Bacilieri (se non la più bella, quantomeno tra le più belle) e disegna quello stesso modello di bicicletta.
È un’illustrazione dal gusto retrò, il tratteggio e i colori richiamano a estati dai colori sgranati, quasi da pellicola bruciata al sole. Un gusto retrò come le magliette dell’Hard Rock Cafè.
Non contenta, la sera stessa del ragazzino in bici, incrocio un ragazzo che mi conferma due cose: o io, ora, vedo solo quelle magliette o la moda è diminuita ma non assente.
All’inizio dell’estate, con le prime giornate pigre e calde, dopo i primi bagni e quella rilassatezza da Call me by your name estiva e sonnecchiante, dissi alle amiche il cruccio che mi avvinghiava col cervello al pascolo: “Ma dove sono finite le persone con le magliette dell’Hard Rock Cafè?, non ne vedo più una!”
Va da se che tempo qualche settimana, da metà luglio in poi – ho pensato “con le gabbie aperte” di italiani che vanno in vacanza o anche solo trascorrono più tempo fuori casa -, ne ho viste a sufficienza e continuo a vedere chiunque con quelle magliette dal tondo giallo al centro del petto.
Sembrava, la mia, una di quelle domande alla “quanta sabbia può contenere un naso? (hai mai notato la forma delle mele?)” per intenderci, caduta poi nel dimenticatoio.
E invece.
“All’epoca mia” (con un’intonazione di voce alla Virna Lisi di Sapore di mare), c’era la moda dell’interrail e dei viaggi ad Amsterdam e Londra. Solo che Londra è sempre stata costosa e ad Amsterdam c’erano i coffee shop. Equazione e scelta ancora più facile.
E infatti molti della mia generazione hanno comprato la maglietta con la scritta Amsterdam e si facevano portare quella storica da Londra.
Io non ne ho mai avuta una, di maglietta dell’Hard Rock come non ho mai avuto quella con le due ciliegie del Pacha.
A Lisbona, l’Hard Rock Cafè è situato in una piazza che ricordavo centralissima e, a modo suo, per essere la capitale lo è, nella misura in cui in una grande città certe distanze sono scontate. Forse il pallino mi è nato così, osservando quel ristorante che sembrava tutto fuorché aperto e vivace.
Naturalmente, se mai fosse, rigorosamente bianca. La maglietta intendo.

Naturalmente continuo a vederne in giro, fino a che è stato caldo almeno, da manica corta.

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