Trilogia della pizza 01

Nel mentre del trasloco, pranzi solitari sul vecchio tavolo in mogano della vecchia casa con la cucina dagli sportelli azzurrognoli.
Di solito con pizza e birra. E film o partita.
Il primo.

Il tavolo mi mancherà.
Il suo colore, principalmente, e la luce di qualche ora del giorno: con i filtri di Instagram poi venivano quasi delle belle foto.
Si capisce, nulla a che vedere con quelle di alcuni profili di bookblogger, robe da non poter proprio credere che sia frutto di uno/a come me che si improvvisa fotografa promuovendo qualunque libro, con foglie secche, tazze di caffè, angoli della casa che boh io di case così – e con tutto il gusto che poi abbiamo io e le mie amiche nell’arredare – ma no, io giusto per sbaglio negli Stati Uniti le ho viste, ma in Italia poca roba.
Che poi fotografi per dire una pizza surgelata ne è una prova suprema.
A ogni modo.
Il colore del tavolo mi mancherà; non le sue gambe sulle quali le mie ginocchia ci hanno lasciato i corni ‘che nemmeno quando giocavo a calcio.
Era un pranzo.
Un giorno guarderò questa foto e penserò alla vecchia cucina, in quella vecchia palazzina a Montemarciano dove sono “rinata” per certi versi, e nella quale ho trovato una nuova consapevolezza.
Su un canale di Sky trasmettevano “Il riccio” tratto da quel bel libro edito dalla e/o “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery. E anche il film è di quel genere francese godibile, francese, con tutte le accezioni possibili, nel bene e nel male.
Davanti disegni, prospettive per arredare la casa nuova, appunti per “Volevamo Essere Le Spice Girls”, un disordine ordinato di progetti e fumetti.
E la pizza. Surgelata.
E la birra. Un solo bicchiere, per il sapore.
Un giorno guarderò questa foto e penserò a questa casa che mi ha ospitato per quattro anni.
Non sono mai pronta ai cambiamenti.
Il fatto è che veleggio invece proprio in quella direzione, e il fumetto nuovo ne sa qualcosa.
La vecchia cucina con le ante celesti e il forno comodo, in alto.
Quanti compleanni festeggiati, quante persone ospitate qui, quante sigarette e liquori, quanto, quanti, quante.
Li disegnerei, ma non ho più il mio tavolo qui.

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