i lama peruviani scappati in arizona e il picchio con la donnola sul dorso

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mancherebbe il colore del vestito, ma poi il titolo sarebbe stato troppo lungo e mistificante. non è vero, adoro i titoli lunghi e mistificanti. è che del vestito non me ne frega niente.
dunque.
nei primi tre mesi del 2015, a parte stragi e indignazione a causa dell’isis, le notizie in internet che hanno creato fenomeni virali, che sono stati top trend negli hashtag di twitter, che hanno provocato ilarità e fotomontaggi e poi e poi, sono state: i lama peruviani fuggiti da un furgoncino e che, dopo un lungo slalom tra gli umani, sono stati ricatturati; la foto del picchio mentre vola con una donnola sul suo dorso e un abito di cui non si riusciva a distinguere il colore.
tutto ciò per renderci conto a quale livello si sia arrivati. socialmente, penso che da una parte si stia arrivando sull’orlo di un abisso da cui sarà molto difficile risalire, dall’altra penso che quando arriverà il definitivo azzeramento dei neuroni della gente io non vivrò così a lungo per vederlo, quindi, mi dispiace molto per i nipotini, ma ognuno vive l’epoca che si ritrova.
vestito (vi ricordate quella cagata per cui uno in un tweet chiedeva aiuto alla gente domandando quale fosse il colore di un vestito peraltro moooolto brutto che poi ha fatto il giro del mondo coinvolgendo anche le cosiddette celebrità fondamentali alla justin bieber?) e picchio+donnola (un giorno un sito fa circolare la foto scattata da un non professionista di nome martin le-may suggerendo scenari di come la natura sia affascinante e pugnette simili immortalando un picchio che vola con una donnola sul dorso, ne sono seguiti curiosità e dibattiti, rispolverando anche la storiella della rana e dello scorpione che tanto diversa poi non era perché, in effetti la donnola si era arrampicata davvero sul picchio per mangiarlo ma questo si era librato in volo e alla fine nessuno si è fatto male, il picchio si è liberato e la donnola è rimasta a stomaco vuoto) li farei cadere anche nel dimenticatoio.

picchio-donnola

ma i due lama fuggiti, quelli sì, che hanno un che di affascinante.
ho perso 34 minuti e 16 secondi della mia vita osservando quei due lama che cercavano la libertà nel loro ciondolare lento, tipico di una terra di lingua spagnola, mentre gli esseri umani tentavano di capire come acciuffarli avvicinandosi e venendo scartati dai lama come nemmeno ronaldinho con i suoi dribbling funambolici, mentre due commentatori della fox raccontavano in diretta la scena e sembra incredibile che vengano pagati per una cosa simile. me li sono immaginati con le loro tazze da caffè americane con il logo fox ben visibile alla telecamera, dietro quel banco costretti al commento e a riempire le immagini dall’elicottero, con quel tono da coffee break in un bar sulla spiaggia durante una pausa dal sole e che si interrogano e cercano su wikipedia le caratteristiche dei lama e domandano testimonianze ai colleghi via telefono mentre il circo mediatico attornia questi due poveri lama inconsapevoli di ciò che hanno provocato.

ha un che di affascinante osservare kanita, il lama bianco, e lainey, il nero, che fuggono tra quelle grandi strade di cemento finalmente liberi. e come tanti, anche io sono rimasta rapita da questa stranissima caccia che è diventata virale nel tempo di poco. brevemente, giusto per ricondurli a un prologo: sun city, arizona, tre lama di cui due fuggiti. c’è chi scrive che erano stati portati in visita alla casa di riposo “the carillons” e poi sono scappati, chi asserisce che fossero parte dello zoo locale ed erano stati messi su un rimorchio per condurli all’appuntamento con un ex allevatore di lama per prendere parte a una sessione di pet therapy, sia come sia, il sunto è che si sono fatti una bella gita fuori recinto.
gli americani, si sa, sono affezionati agli inseguimenti ma questo dei due lama (che comunque ha scatenato l’ilarità e i classici fotomontaggi del popolo di internet tipo questo qui sotto alla thelma&louise),

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sarà perché i lama sembrano animali teneri, sarà che la loro fuga richiama a una delle cose più naturali del mondo cioè la libertà, sarà che la gente si è identificata in quella stessa libertà che non sempre si vive chiusi nella quotidianità a volte oppressiva, ha scatenato una simpatia tale da sperare che non venissero mai catturati. forse proprio per un motivo quanto mai banale; non sono una che ama gli animali per educazione, non mi hanno mai insegnato ad amarli ma solo a rispettarli, per cui se gli animali sono liberi e in natura lì evidentemente devono stare e io me sto ben bene alla larga, bambini di tutto il mondo. e probabilmente hanno solo seguito la loro natura e la loro libertà, semplicemente.

 

 

 

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