quella volta che andai nella redazione del guerin sportivo e conobbi ivan zazzaroni

che io sia un’appassionata di calcio ormai si dovrebbe sapere.
che io costringa gli amici, il sabato sera, a stare a casa per vedere la finale di champions ormai si dovrebbe sapere.
che io stia contando i giorni per vedere i mondiali e lo stia dicendo agli amici che, terrorizzati, iniziano a propinarmi scuse patetiche per mancare alle partite, be’, ormai si dovrebbe sapere.
così come quando il conte zarganenko mi manda le domande per l’intervista #tavolidadisegno per fumettologica, gli rispondo “Ja!”, sottolineando che è giornata tedesca domandandomi e facendolo partecipare al mio quesito se la germania allenata ancora da loew sia davvero pericolosa.
quando scrivo questo post, iniziando la trilogia del “quella volta che…”, mancano solo 13 giorni alla gara inaugurale tra brasile e croazia che, ovviamente, guarderò.
fuori, nella notte, si vedono ancora le lucciole tra i prati della campagna marchigiana e quelle stronze di zanzare hanno iniziato a infestare l’aria.
nasce tutto così: mi manca da colorare la copertina del libro per renbooks e mi manca un’illustrazione da inserire, che SO di avere ma non so DOVE. inizio a cercare nello studio tra gli albi di fabriano F4 ruvidi che uso come cartelline su cui sopra ho scritto con un pennarello il titolo dei fumetti. tipo, su uno c’è scritto “lavori ’97-’99” e su un altro “roba”. fortunatamente, con il tempo, ho iniziato a scrivere con precisione il contenuto di quegli albi.
se non che, sempre alla ricerca di quella illustrazione, trovo un albo misterioso.
lo apro, lo sfoglio, e un vaso di pandora mi esplode nella testa.
ora che quasi tutti parlano di calcio e dei mondiali, io lo faccio a modo mio, mostrandovi come un fumetto possa anche parlare di calcio.
all’interno di quell’albo, c’erano tutti i fumetti che nel 2000 avevo iniziato a disegnare per progetti che non sono andati, ma per i quali ci ho provato.
come quella volta che, io lettrice accanita del guerin sportivo (adoravo gli articoli di adalberto bortolotti), scrissi alla redazione proponendo un progetto e un appuntamento, che mi vedeva prendere l’auto e andare in quel di san lazzaro di savena e conoscere e stringere la mano all’allora direttore ivan zazzaroni.
parlammo di calcio e della mia idea che vi propongo qui sotto.
non andò, non c’erano soldini allora per certe cose e non ci sono sicuramente adesso. ma tentai.
era la storia di un ragazzo, evidentemente di caprio come modello, che tra lavoro e vita faceva la cronaca del campionato di calcio ’99-2000, un campionato nel quale giocavano ancora vieri e ronaldo, e roberto baggio, e la juve di un giovane del piero e di inzaghi si affidava a un ancelotti che doveva ancora dimostrare quello che è diventato poi, shevchenko era appena arrivato al milan e totti era in gran forma, e nella lazio la streghetta (brujita) sebastian veron (la bruja, la strega, nomignolo tramandato dal padre anch’egli calciatore) e di marcelo salas regalavano un calcio fisico e di materia. giocavano ancora batistuta nella fiorentina e montella nella roma, crespo nel parma e addirittura zidane nelle juve e mazzone allenava il perugia di nakata.
che campionati… che ricordi….
ve li regalo, bambini di tutto il mondo.
aspettando i mondiali…

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