Cent’anni di Virtus Entella

La mia prima partita al Comunale di Chiavari, una domenica soleggiata di aprile: Virtus Entella – Pro Patria di Lega Pro.

E poi succede.
Mi sento felice come una bambina quando entro nell’Entella Point un venerdì piovoso nel tardo pomeriggio.
La vita ci porta a volte lungo percorsi, per quanto non creda particolarmente nel destino, che però sembrano già scritti da qualche parte.
Scopro la Virtus Entella sempre un venerdì sera, durante una diretta su rai1sport sul canale 57 che tramette una partita di Lega Pro.
E la vita poi mi porta in quel di Chiavari qualche settimana dopo.
Chiedo a I.: Chissà se l’Entella gioca in casa…
Veloce controllo su internet (e ci salviamo da Genoa-Milan al Marassi che nei siti generici di calcio davano ancora a domenica ore 15 posticipato invece a lunedì sera) e sì, l’Entella gioca domenica alle 15 allo Stadio Comunale contro il Pro Patria.
I biglietti si possono comprare sia allo stadio, con una maggiorazione del prezzo, sia all’Entella Point, che preferisco così posso anche vedere la maglia del centenario. La vetrina del negozio che si trova sul lungomare della cittadina ligure è un tripudio di colori bianco e celesti e, dentro, un ragazzino evidentemente non ancora maggiorenne, sentendo che chiedevamo i biglietti ci invita alla sua scrivania. Ci chiede i documenti e inserisce i nostri nomi su quel biglietto che io conserverò con affetto.

A vedere l'Entella

Ci sono sciarpe biancheazzurre in più dimensioni e tessuti, una persino fatta a mano con lo stemma della squadra cucito sopra. Già che ci siamo chiediamo se possiamo vedere la maglia del centenario che ha la bellissima idea di aver stampato in piccolo sulle strisce bianche e azzurre i nomi di tutti i giocatori che hanno giocato nell’Entella dal 1914 a oggi. A fianco della cucitura inferiore della manica sinistra, ci troviamo anche il nome del fratello di I..

La maglietta del centenario dell'Entella

Le origini dei colori bianco e azzurro derivano da uno dei fondatori e primi giocatori della squadra Enrico Sannazzari in omaggio alla divisa dell’Argentina, paese nel quale il giocatore visse per lungo tempo. Nel 1920, a causa della facilità del celeste a stingersi, la si cambiò in nero che rimase fino al 1961, anno nel quale la maglia tornò biancoceleste. Divisa nera che però non è mai stata dimenticata, tanto è vero che la divisa del portiere e seconda maglia sono tutt’oggi di colore nero, colore grazie al quale i giocatori vengono ancora chiamati i “diavoli neri”. Termine che venne usato da Dario Costa, tifoso e poi presidente della società, per indicare il fervore dei giocatori in campo, diavolo nero che negli anni successivi venne ripreso e usato omaggiando la definizione di Costa per lo stemma definitivo dell’Entella.
Uno dei gruppi di supporto si chiama “Asso di picche” (l’ho scoperto allo stadio durante un annuncio) sempre in omaggio a Sannazzari che per coprire uno strappo sulla maglia usò come toppa un asso di picche.

E poi succede.
Domenica a inizio pomeriggio in una splendida giornata di sole dopo un pranzo a base di pansoti alla salsa di noci, mentre dal balcone di casa di mamma di I. si sentono i cori dei tifosi, io e I. ci incamminiamo verso lo Stadio Comunale che è un tripudio di colori biancoazzurri, dalle bandierine allo stemma della società ai panettoni anti traffico finanche ai cartelloni pubblicitari sparsi per la città ligure.

Stemma, panettoni e cartelloni

Stadio che ci accoglie con questo inno:

Ci sediamo nei posti assegnati e la partita inizia.
E lui, Adrian Ricchiuti, l’Intramontabile, è in campo sgambettando sulla trequarti avversaria.

Entella Propatria: Adrian Ricchiuti gioca

L’Entella segna tre volte, due ahimè di mano e una proprio con l’Intramontabile che in tuffo si lancia su un pallone basso che l’arbitro annulla per un fuorigioco piuttosto sospetto.
E proprio lui, l’Intramontabile, si fa espellere per doppia ammonizione.
Finirà 0-0, con l’Entella che spinge fino all’ultimo secondo dei cinque minuti di recupero in un’atmosfera da stadio classico di ogni campo.
I chiavaresi mi ricordano tanto i riminesi dell’epoca Bellavista, con le signore che si vestono casual con le sciarpe e abbinando i colori biancoazzurri, e le ragazzine che fanno la sfilata allo stadio, quando la partita della domenica inizia a diventare l’appuntamento al quale non mancare più.
Poche partite e si saprà se l’Entella riuscirà davvero a entrare nella storia con la sua prima promozione in Serie B.
E se fosse, Adrian Ricchiuti sarà in campo con gli altri giocatori a festeggiare un’altra promozione storica, così come a Rimini, tanti anni fa, e oggi in un’altra città di mare.