di TCBF 2014, di giulietto e di sebastian

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settembre è il mese del “cuore”.
e, come ogni settembre, regala sempre qualcosa.
che sia finita l’estate, che sia tornata la pioggia, che sia altro, settembre ha regalato tanti eventi ai quali si è potuto partecipare e altri che li si è visti passare ma che, nel mondo, sono accaduti.
a rimini, per esempio, ci ha deliziato con la festa de borg 2014 il fine settimana del 6-7 (per noi riminesi la festa di fine estate per eccellenza), a ravenna lo streetart festival, il subsidenze, del 1-7, un paio di fiere tipo lameziacomics, pordenonelegge nella settimana della preview del 20 del TCBF che apre i battenti presso il negozio giapponese ikiya con la mostra “moon pride”. mostra che ha raccolto oltre novanta disegnatori che hanno disegnato la propria versione di bunny e amichette vestite alla marinaretta per i vent’anni di sailor moon (l’ho anticipato qui),

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mentre il mondo del fumetto è pregno di curiosità per la “fase 2” di “dylan dog” che trova il suo culmine nel n.337 “spazio profondo” del 27 settembre, dopo un anno di rientro nei binari per un personaggio che stava perdendo la sua identità.
e per la prima volta, invece, di scrivere un post nel quale avverto che parteciperò al TCBF e che presenterò questo fumetto piuttosto che un altro bla bla bla, ne scrivo uno sul dopo.
uno sul dopo che significa che le aspettative magari sono state deluse o non sono successe cose che vanno ricordate, oppure al contrario, carica come una molla, racconto ancora a caldo la tre giorni trevigiana.
della giornata di sabato 20 ne posso solo seguire le evoluzioni dalle foto che il TCBF posta sui social e di chi è riuscito a salire prima del fine settimana del 26, 27 e 28. non ho ricordi di una mia presenza fisica che possa aver immortalato con l’iphone situazioni o disegni, dunque i miei scatti sono postumi, a inaugurazione già avvenuta.
questi.

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(le vetrine colorate con gli uniposca nel progetto “cento vetrine” per le vie di treviso)

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(la mostra sul fumetto portoghese di cui scrivo sotto)

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(io e nino giordano allo stand con il libro e le mele)

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(io che disegno)

momenti, a caso.
il treviso comic book festival nasce moltissimi lustri fa, ma è solo, arrotondando, nell’ultimo decennio che viene preso in mano da un manipolo di baldi giovani trevigiani, amanti della propria città e dei suoi luoghi pieni di storia e ricordi personali. diventa il TCBF e, a tutt’oggi, è con questo acronimo che l’ultimo fine settimana di settembre la piccola treviso diventa centro del fumetto. perché negli anni il TCBF diventa sempre più festival e meno fiera, attento al panorama italiano e ancor di più al panorama europeo, tanto da portare il fumetto svedese, danese e poi e poi fino a quello portoghese. a noi disegnatori italiani sembra tanto esotico, eppure fa parte della nostra cultura, l’abbiamo toccata o quantomeno intravista. poi che se ne sia consapevoli è un’altra storia, ma la metà dei disegnatori portoghesi portati a treviso, io personalmente li conosco, ma questo è un problema mio: l’essere curiosa di altre culture e altri modi di fare fumetto.
la mostra sul fumetto portoghese è affidata a quel vampiro delizioso di alberto corradi, mentre alberto alpo polita e nicola ferrarese (della sua sagoma ne parlo qui) sono i due nomi principali di quel manipolo di cui sopra (in realtà ce ne sono altri e tutti bravissimi, quindi chiedo venia e perdono se non vi nomino, ma sappiate che so della vostra esistenza).
sono i due che sono riusciti a creare un gruppo di volontari talmente risolutivi e preziosi da fare diventare il TCBF un festival meraviglioso come ce ne sono pochi e con un animo di spensieratezza che conquista tutti gli autori invitati.
oltre a rendere treviso una città viva e che viene vissuta come poche quando si tratta di fumetti; la città si veste di colore e le sue vetrine ne sono un bellissimo esempio e i suoi luoghi scoperti e, ormai, conosciuti.
è una di quelle città che, con il tempo, si impara a conoscere e girando sotto i portici si imparano i nomi delle vie e si sa arrivare un po’ ovunque.
e se c’è una cosa che sostengo fermamente è che le città vanno camminate perché è l’unico modo per conoscerle davvero.
e i ragazzi del TCBF rendono possibile anche questo.
ciò che è stato possibile invece per me è questo.
un “questo” che viene raccontato oggi, lunedì, in una splendida fresca giornata di sole, nella quale le piccole grandi cose della vita, quella vita oltre il fumetto, hanno più importanza di tutto il resto.
mi sveglio sconvolta e stanca e le mie notizie personali sono due, quelle che scaldano il mio cuore.
la mia amica serena diventa mamma, nasce giulio (per noi amiche da ben nove mesi è giulietto) e, come scrivevo sopra, nulla ha più importanza. con la seri ne abbiamo vissute, e oggi che la sua vita cambia (e quella di matteo, per noi maio, il neo babbo) tutto ciò che penso è che sia felice, che giulietto sia amato, che io lo possa vedere e insegnargli a leggere i fumetti, che possa viverlo un po’, che la nostra amicizia rimanga anche se abbiamo due modi distanti di vivere e “vedere” la vita.
e poi, oggi è anche il primo compleanno di sebastian noah, il figlio del mio Amico christian e di ivana. di christian ne ho parlato spesso nei miei post ed è una delle persone più straordinarie che conosca. con me ha fatto il suo secondo cammino di santiago e insieme abbiamo partecipato a mostre, ma è una di quelle persone con le quali camminare nella vita ha un significato molto più alto.
e oggi questi due bambini sono in questo mondo, un mondo nel quale hanno la fortuna di avere come genitori persone che daranno loro tutto l’amore di cui avranno bisogno e che insegneranno loro a rendere migliore questa vita e, sì, questo mondo, come noi non sempre siamo riusciti a fare.
potete capire che di fronte a questi due straordinari eventi, il dopo TCBF è quanto di più inutile possa scrivere.
eppure, anche in me qualcosa è cambiato e qualcosa è accaduto.
è accaduto che è uscito per renbooks la raccolta di “hai mai notato la forma delle mele?”.
ne avevo già scritto qui, ma abbreviando è il libro che raccoglie dodici anni di storie brevi e autoprodotte.

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quando l’ila mi ha scattato questa foto ho gli occhiali da sole perché stavo piangendo come una bambina. l’emozione di averlo tra le mani era talmente forte che mi ha commosso. perché è una parte del mio cuore, perché ho amato scrivere e disegnare quelle storie, perché erano le storie a fumetti che volevo raccontare.
e oggi, quel qualcosa che è cambiato mi rendo conto che non lo è mai stato.
mi sono persa, mi sono ritrovata, una chiesa mi ha dato quella popolarità che molti bramano e io mi dico che con tutte le storie belle che ho scritto mi ricorderanno per una chiesa. il che va bene, la vita e il vero successo sono altri, l’importante è esserne consapevoli, e poi sfoglio “le mele” e vedo ciò in cui davvero credo.
ed è ciò che continuerò a fare.
sono una persona strana, sono una che riesce a essere felice per i “successi” degli altri, ne sostengo l’arte e la condivido.
sono una che quando ha esposto al “gate” con dani canonici, per me il vero successo non era che c’era un vallo di gente e che quasi c’era da chiudere la strada e c’era il sindaco che mi stringeva la mano e gente che mi cercava e voleva parlare con me, ma che io e dani e chiara e ste simeone (che la sera prima aveva vinto lo smiting awards per il fumetto) e i nostri amici erano lì con me a vivere tutto di quel momento meraviglioso, che celebrava tutti e non solo me.
sono strana, ve l’ho detto.
sono una che la serata di inaugurazione della chiesa piangeva perché ogni volto era una storia e molte le conoscevo e tra la gente c’erano le persone che amo ed erano lì con me. e che mi dimostravano che a modo loro provano la stessa cosa.
non era la mia vittoria.
era la “nostra”.
chissà se potete capire.
chissà…
la mera cronaca del TCBF è qualcosa che rimarrà nella nicchia del fumetto (“un mondo che si guarda l’ombelico” ho sentito pronunciare) e le classiche battute che nel corso del tempo verranno dette e riprese.

IMG_4688(sul molo del locale “il barcone” la cui passerella è caduta in acqua con diverse persone perché troppo carica; nella foto i pompieri e il gommone, ma c’erano polizia e ambulanze, e giornalisti che ne hanno scritto il giorno dopo sui quotidiani della zona)
la passerella del barcone, per esempio, o le “critiche” al “boscarato” di premi istituzionali e poco coraggiosi a parte quello di una sola categoria, e bla bla bla. parole. solo futili parole.
per molti è la vita, per me ci sono cose come la nascita del figlio di un’amica che azzerano il tutto.

menzioni speciali.

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la sala inkitchen al piano superiore della sala borsa è l’ambiente del fumetto che piace.
sembrava che la scena del “ricalcatore” in “in cerca di amy” di kevin smith fosse stata girata lì.
sara pavan si è sgolata, correndo da una parte all’altra cercando di riuscire a far stare bene tutti. è stata bravissima e l’impegno e la passione che ha dimostrato rendono il TCBF meraviglioso.

l’ospitalità di adriano dalla tor e del suo b&b in via nino bixio 103a è stata squisita e la gentilezza è un valore che molti danno per scontato. non lo è, perché curare noi autori con la sua colazione al quarto piano, rincorrerci per spiegarci come funzionava anche solo la catenella per tenere la doppia finestra legata altrimenti si rompeva a causa del vento, forse è puntiglioso ma ti fa sentire a casa, e coccolato.

e giulio macaione e il suo “i colori del vicino. uno dei fumetti più belli presenti a treviso.
lo dovete avere e poi leggere anche “ofelia” per capire meglio. l’alternanza del bianco e nero al colore nell’incontro di due persone è di una profondità abissale che, nonostante la superficiale leggerezza della storia raccontata con toni freschi e un tratto sempre più “libero” e morbido senza imposizioni editoriali, non si trova spesso nei fumetti.
piacevole e prezioso, quei fumetti che meritano di essere pubblicati.

marika dalloco ha invece un progetto in cantiere “life in a sketch” che vuol far conoscere alcuni disegnatori raccontandoli in immagini attraverso scatti sublimi nei “loro” paesaggi. a me ha scattato delle foto sulla spiaggia, a simon panella nell’arena di verona, e a luca genovese in scorci di bologna che te la fa sembrare bellissima. ce ne sono altri e, se vi va, guardate la sua pagina. l’ho vista, come sara, correre e rincorrerci macinando chilometri con una passione che lascia rapiti. ognuno di noi ha scelto lo scatto preferito e gli daremo una nuova vita disegnandoci sopra il nostro universo. poi, ne uscirà un volume e sarà una di quelle cose da “arte intorno” e fuori dagli schemi come piace tanto a me.

e così, bambini di tutto il mondo, in questo lunedì che sembra una domenica, non tocco matita, scrivo l’unica mail che dovevo scrivere, chiudo social e quant’altro, telefono ai miei amici e ai nuovi nati e torno a leggere cose serie (crampi sportivi) e la cultura che piace a me in quel de “la nottola di minerva”.

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